Politica. Il cantiere per una “costituente di destra”. Senza personalismi

L’appuntamento di orvieto del 9-10 aprile 2016

* Pubblichiamo l’intervento di Mario Ciampi, intellettuale e docente universitario, sugli sviluppi della sinergia tra La Destra e Azione Nazionale, con il meeting di Orvieto di questo we

La destra rinasce, e può tornare ad essere grande, se è capace di umiltà. Il cantiere che si apre oggi a Orvieto deve avere questa consapevolezza. È necessario un lavoro paziente e articolato per sgombrare il campo dalle macerie della destra che fu e per gettare le fondamenta di un nuovo progetto destinato a durare. Per questo serve il contributo delle diverse generazioni della destra italiana.

La nostalgia è un sentimento nobile, aiuta la memoria a ritrovare la strada, a dare continuità e spessore alle identità politiche. La storia non si ripete mai. I principi sono immortali, e forse andrebbero onorati meglio da tutti noi, ma le forme mutano necessariamente con il tempo e devono adattarsi alle trasformazioni di un mondo che corre veloce.

Le priorità programmatiche

Quali sono le fratture del nostro tempo che la destra deve incaricarsi di sanare?  Di sicuro, deve interpretare un nuovo umanesimo contro il predominio della tecnica e del denaro, ponendo un freno al nuovo materialismo che avanza con la complicità di un conformismo decadente e a volte aggressivo. Poi deve mettersi dalla parte del popolo, affiancarlo nelle sue battaglie quotidiane, difenderlo dalle oligarchie, rappresentare la nuova aristocrazia del servizio, una rediviva ministerialità della politica. E ridare alla politica la moralità e l’autorevolezza che deve avere, se vuole riconquistare la fiducia degli italiani.

Una nuova grande destra deve tutelare e promuovere l’italianità come sua missione fondamentale, senza indulgere eccessivamente alle regressioni e alle paure del nostro tempo. Se è evidente la crisi della globalizzazione e delle strutture sovranazionali, è altrettanto evidente che non si risolve con l’autarchia. E ancora, deve incaricarsi di promuovere la famiglia come soggetto di sviluppo morale ed economico della nazione, rappresentare le giovani generazioni di italiani vessati dalla disoccupazione e dalla mancanza di opportunità, garantire una vera coesione tra nord e sud all’interno di una strategia autenticamente nazionale, mettere più Stato dov’è necessaria la sua spinta e il suo coordinamento, e meno Stato dove viene svilita l’autonomia dei singoli e dei gruppi. Adoperarsi per proteggere l’Italia dai pericoli che minacciano la sua sicurezza e la sua tenuta industriale, ma anche per salvare il sogno europeo dalle derive degli ultimi anni.

Sono solo alcuni dei compiti che deve intestarsi la destra. Sfide ardue che richiedono soluzioni inedite e forti. Certo, non abbiamo bisogno di reducismo, ma neppure di una destra feudale, imbrigliata dai personalismi e dai tanti errori che spesso le hanno impedito di pensare in grande e ne hanno minato lo spirito comunitario, la fiducia tra i protagonisti, il senso di una continuità ideale superiore alla fortuna dei singoli.

@barbadilloit

Mario Ciampi *

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