Squadristi. Storia in Rete di aprile rilegge i protagonisti della rivoluzione in Italia

La copertina di Storia in Rete
La copertina di Storia in Rete

«Il trionfo del metodo propagandistico per cui si coglie un aspetto dell’avversario, lo si  presenta come negativo in assoluto, lo si innalza al ruolo di simbolo e si lascia che conformismo, pigrizia, malafede, ingenuità e superficialità facciano il loro lavoro. Il risultato è garantito come dimostra l’uso estensivo che si fa del termine “squadrista” e di tutte le sue derivazioni». Lo scrive Fabio Andriola nell’editoria con cui si apre il numero di aprile del mensile “Storia in Rete”, che dedica la sua copertina al fenomeno dello squadrismo in Italia.

Chi furono gli squadristi? Cosa volevano realmente? Quanto dell’immagine propagandistica del regime e poi di quella propagandistica dell’antifascismo è realmente aderente ai fatti e alle persone che militarono nelle squadre d’azione? Un interrogativo che si dipana in tre articoli – un’estesa trattazione di Giacinto Reale sul fenomeno degli squadristi, un pezzo di Emanuele Mastrangelo su “Giovinezza”, il canto dello squadrismo, e infine un estratto dai diari del fascista della prim’ora Ernesto Daquanno – cercando di restituire al lettore un’immagine quanto più possibile tridimensionale di un fenomeno sociologico e antropologico alquanto lontano dagli stereotipi.

Il mensile di Fabio Andriola si dedica anche a due anniversari notevoli: il centesimo della Rivolta di Pasqua in Irlanda contro l’imperialismo britannico e i centocinquant’anni dalla Terza guerra d’Indipendenza, in quel 1866 che cambiò il volto d’Europa.

Poi, un lungo articolo di Antonello Carvigiani stronca l’ultima “fatica” di Corrado Augias, con la quale il famoso giornalista cerca, con poca fortuna, di raccontare la vita di Gesù come se fosse un romanzo, ma con pretesa di credito storico. Una pretesa che si infrange di fronte allo studio filologico dei Vangeli.

E ancora, due articoli sul Seicento: l’ascesa del cardinal Mazzarino, un grande italiano a Parigi al servizio leale della regina di Francia e la vicenda di Carlo Borromeo, il Santo di Ferro, anima della Controriforma a Milano.

Il numero di aprile di “Storia in Rete”, infine, ricostruisce il rapporto fra Evola e Otto Rahn, il controverso archeologo delle SS, sulla questione del Graal, grazie a un articolo dimenticato, fatto pubblicare in Italia dallo stesso Evola nel 1935.

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