L’intervento. Bignami (Forza Italia): “Mandare a casa i vertici, per ricostruire il centrodestra”

Berlusconi, la Meloni e Salvini sul palco di Bologna
Berlusconi, la Meloni e Salvini sul palco di Bologna

Pubblichiamo l’intervento di Galeazzo Bignami, consigliere regionale di Forza Italia, di riconosciuta tradizione post-fascista, sulla crisi del centrodestra e la possibile riscossa attraverso un repulisti ai vertici

“Ma tu cosa ci fai dentro Forza Italia?” E’ una domanda che in molti mi pongono conoscendo le mie radici di Destra. Certo, non è facile essere di Destra oggi. Non lo è mai stato in realtà. E non lo è in un partito come Forza Italia, in profonda crisi di identità e di consensi. Ma, vedete, il “fare e disfare” è stata sempre una prerogativa della politica italiana. Che non ha prodotto benefici, anzi, quando le divisioni hanno interessato il centrodestra, non abbiamo fatto altro che consegnare il Paese alle sinistre con i conseguenti danni che sono sotto gli occhi di tutti. La cura voltairiana del proprio orticello, il particulare di Guicciardini non ha molto senso se ci si sente in una Patria.

Essere di Destra è qualcosa che non si discute. O lo sei o non lo sei. E le persone di Destra, in movimenti come Forza Italia,devono farsi carico, come insegna Prezzolini, di portare Valori e Principi dai quali si parte per innovare e rinnovare. Non si può prescindere da Identità, Patria, Famiglia, Tradizione, che esistono da sempre e che sempre esisteranno. E’ l’Eterno ritorno dei Valori di cui parla Junger. 

Nessuno può metterli in discussione, nemmeno nel centro-destra. Li porti, a volte percependoli come un fardello perché ti costringono a fare i conti con te stesso ogni giorno, ma con la consapevolezza che senza di essi la propria missione non ha senso. Badate bene: non è questione di “scendere a compromessi”. Non ho mai svenduto la mia identità, che in quanto tale è di Destra, per logiche partitiche. E non per idealismo o sentimentalismo. Ma perché se lo fai, poi la paghi. Chi negozia sui Valori, chi prova a strumentalizzarli, finisce per ritrovarsi col PD, come Alfano; finisce condannato dalla propria gente, come Fini.

Certo, spesso ci si trova davanti a congiunture storico-politiche per cui noi, come piccoli amministratori, possiamo fare davvero poco. Davanti alla dissoluzione del Popolo della Libertà che effettivamente è stata una “casa” che ha raccolto sotto lo stesso tetto la maggioranza degli elettori italiani, resta solo la nostra coerenza di singoli, il nostro impegno quotidiano per affrontare i problemi della gente, la nostra faccia. Quella che ci abbiamo messo per anni e che ancora ci mettiamo, consapevoli che è l’unica cosa che abbiamo.

Che poi a dirla tutta, neppure ero d’accordo nello sciogliere AN. I partiti sono strumenti, basta leggere Machiavelli per capirlo. Confluire nel Pdl avrebbe avuto un senso se poi ci si fosse assunti l’impegno concreto di costruire e far crescere questa “casa” per il bene degli Italiani. Invece sappiamo tutti com’è andata. Ma una volta dato vita al PdL, neppure tornare a FI, con buona pace dei sondaggi della Ghisleri, è stata una genialata. Perché in politica non si torna indietro. Mai. Si deve avere consapevolezza della propria storia, della proprie Radici, perché solo con Radici profonde si cresce. Ma è il Futuro la nostra sfida. E’ il Domani ciò che ci appartiene. A vent’anni, come a quaranta, come a ottanta. E’ una prerogativa dell’essere di Destra vivere nel Futuro. Lo insegnano Marinetti e i Futuristi, lo attuarono Berto Ricci, Mieville, Almirante. Nomi scomodi per alcuni, inesorabili per altri.

Per questo non ho mai negato, e non senza ricevere orgogliosamente critiche, che per ricreare il centrodestra bisogna mandare a casa i responsabili della crisi del centrodestra. Che la classe dirigente vada sottoposta ad una nuova selezione, dal territorio,scelta attraverso la consultazione della base, passando da una sorta di vere primarie, che non sono una panacea, ma di certo sono meglio delle logiche feudali attualmente esistenti. Che abbiamo il dovere di scusarci con quei 9 milioni di elettori che hanno perso la fiducia, che non ci votano più per colpa nostra. Perché tra i Valori della Destra c’è anche l’Umilità di sapere riconoscere gli errori e di chiedere scusa. Senza genuflessioni, con dignità.

Di destra senza essere berlusconiani

Va chiarito che si può essere di Destra senza essere berlusconiani, giacché la Destra preesiste a chi oggi c’è e a chi ci sarà domani. Ma se si rimane fermi a Berlusconi si accede al gioco delle sinistre. Va “ripreso il Cammino”, per dirla con Volpe, consapevoli che il centrodestra sta attraversando un momento buio, forse il più buio della sua storia. Ma come insegna Dante, tanto caro proprio ad Almirante, è proprio quando è buio che si vedono le Stelle.

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Galeazzo Bignami

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