La lettera. In ricordo di Pino Rauti tra Campi Hobbit e piacevoli obblighi di lettura

522972_4441128719745_1535760830_nIn ricordo di Pino Rauti (Cardinale, 19 novembre 1926 – Roma, 2 novembre 2012)

E così, di colpo, per l’ennesima volat, ti scorre la vita davanti. Pino Rauti, il mio maestro, il mio primo “vero” ispiratore, l’amico di famiglia, l’uomo che in casa da ragazzino, mio Padre mi ha fatto conoscere appena uscito dalla galera. E poi, la necessità, diceva Lui, di leggere, leggere, leggere, cominciando da Orientamenti. Sì, via degli Scipioni 268. La colla, il secchio ed una montagna di libri da portare a Latina nella mia cinquecento. Piazza San Giovanni di Dio, viale Medaglie d’Oro, via Crescenzio, la casa di Andriani per dormire, via Bragadin, casa Barbaro a mangiare, poi torna al Liceo, al Circolo Romualdi con Cappelletti, Tarchi, finalmente uno, Rauti, che ti lascia fare, che ti lascia crescere nella contemporaneità, i Campi Hobbit, gli amori giovanili, ma che ti obbliga a leggere, si ma…..ma certo eravamo giovani, anzi giovanissimi…e poi, tanto altro ancora…comprese le serate a casa dei miei a Badino, a fargli vedere le diapositive del 3°Campo Hobbit. Loro, Pino e mio Padre, appena cinquantenni, ad esaltarsi su questi giovanissimi che parlavano un linguaggio strano, mai più nostalgico….e qualche giorno dopo, la strage di Bologna. E dopo tanti anni, te lo ritrovo indagato anche per quella orrenda vigliaccata contro il popolo italiano. Sì, scorre veloce il racconto. I congressi, le sediate.  Finchè, un giorno mi disse “A Ferdinà, sarà pure ora che mi chiami Pino”. Sempre sfrontato con tutti, timidezza sconosciuta, eppure con quella frase mi lasciò senza fiato…Scorre veloce, velocissimo il ricordo. Fino ad oggi. Avevo chiesto, circa un mese fa, a Renato Manzini come fare per rivederlo….Non ho fatto in tempo. E dopo Paolo Signorelli, ci/mi lascia Pino Rauti. Tanto devo Pino, tanto devo a Paolo, tanto dobbiamo a loro. Un abbraccio ad Alessandra e Isabella…

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Ferdinando Parisella

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