“Dopo la sua morte, Bobby Sands fu deposto nella bara con una croce d’oro massiccio tra le mani. Pesante, bellissima, grande come una mano, giuntagli direttamente dal Papa, da quel Giovanni Paolo II che, pochi mesi prima, nel settembre del 1979, aveva omaggiato la terra d’Irlanda con una visita, in cui aveva pronunciato frasi in gaelico e si era rivolto direttamente ai soldati repubblicani, agli uomini della violenza, implorandoli di sotterrare l’ascia di guerra. Proprio il Papa, durante lo sciopero della fame, aveva inviato il suo segretario privato, Padre John Magee, per tentare di convincere Bobby Sands ad interrompere il digiuno, ovviamente senza riuscirci. Ora lo stesso Pontefice, il Papa dei cattolici, e quindi degli irlandesi, inviava ad uno degli uomini della violenza una riproduzione del suo pastorale, con cui il capo della Cristianità predica e ammonisce. E’ il suo coraggio…”. (Blog Rebel Soul – 17.11.2004).
Non è elegante rinfacciare ai morti gli errori commessi in vita, nel giorno del loro funerale. Ma la Signora Margaret Thatcher, primo ministro del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, ieri scomparsa dopo una vita dignitosa e non priva di grandezza, ebbe a definire “terrorista” il patriota irlandese Bobby Sands, morto per sciopero della fame in carcere ed eletto deputato durante la prigionia. Sands è considerato un eroe dai suoi connazionali; e, grazie alla sua scelta estrema, i rapporti tra le due comunità sono profondamente mutati. Bobby Sands non era un terrorista, ma un patriota irlandese; la Signora Thatcher si era sbagliata, per amore della patria britannica; il Pontefice polacco (che mandò a Belfast una riproduzione aurea della sua croce astile, da mettere tra le mani di Bobby, nella bara) fu l’unico, nella vicenda nord -irlandese, a vedere giusto, perché ispirato dall’intelligenza del cuore. Il mondo lo venera anche per questo.