Ecco i motivi per i quali ora il Pd è pronto a sfaldarsi con Bersani in difficoltà, Renzi che scalpita e Barca che si fa avanti. Bersani, il premier pre-incaricato, sembrava essersi arreso e su Repubblica si era persino detto disponibile a farsi da parte ma nell’intervista di ad Agorà è parso come il giapponese che pensa di essere ancora in guerra. Nemmeno le aperture di Franceschini e Speranza al centrodestra e i timori di Veltroni di vedere il Pd sfaldarsi tra le divisioni interne l’hanno convinto che è ora di passare la mano. A tutti, persino al ministro Barca (che non è nemmeno iscritto al partito), ma non al sindaco Renzi che scalpita perché si vada alle urne. Roba da paese delle meraviglie.
Bersani sa che un governissimo favorirebbe ancor di più l’ascesa del Movimento 5 stelle e rischierebbe di spaccare il partito ma permetterebbe di allontanare lo spettro di Renzi perché stavolta l’ala bersaniana, anche se capitanata da Barca, rischia di affondare. Berlusconi l’ha ripetuto più volte: «Con Renzi in campo non mi sarei ripresentato» e perciò spinge verso il governo di larghe intese. Intese che, come già spiegato, saranno difficilmente raggiungibili anche perché i grillini sono sempre intenzionati a votare per l’ineleggibilità di Berlusconi e a quel punto sarebbe difficile spiegare all’elettorato democratico un voto contrario… Va però sottilineato che i grillini sono il can che abbaia ma non morde. Dal giorno delle elezioni ad oggi hanno presentato un solo disegno di legge riguardante i matrimoni omossessuali e nulla sull’anticasta. Ah però hanno annunciato di voler occupare il Parlamento perché non si sono ancora formate le commissioni. Insomma, anche per i grillini le poltrone contano più della riduzione degli sprechi della casta. Roba da Paese delle meraviglie, appunto…Chapeau a Crozza…