Premier anti-tasse per recuperare consensi elettorali
Il rapporto tra Renzi e il suo elettorato s’è incrinato in un’estate di (eterna) emergenza. Profughi ovunque, clandestini arrabbiati, cittadini inferociti, commercialisti implacabili e tasse che pesano troppo. Da lui, scintillante rottamatore eletto a furor di pubblico (pagante, due euro alle primarie Pd) ci si attendeva qualcosa di più. Invece la somiglianza con Silvio Berlusconi diventa ogni giorno più palese. E non è solo questione di forte presenza scenica o semplice megalomania. E’ questione di vita o di morte. Renzi punta a portare dalla sua l’elettorato che si ostina ancora a identificarsi nel neologismo berlusconiano dei “moderati” e sa che ci sono poche leve da utilizzare. Se li perde, è fregato dato che s’è giocato insegnanti e sindacati.
Una carezza alle “bestie” del ceto medio e alla borghesia di centrodestra
Con il taglio alle tasse sulla casa, Renzi spera di accattivarsi il favore del ceto medio che ormai non ha quasi più nulla da immolare sull’altare della crisi. E che, intanto, s’è incarognito perchè s’è stufato di dover pagare per le speculazioni dei pochi e per i bisogni di tutti. Il “nemico”, però, sulla strada del consenso porta la felpa, guida la ruspa e si chiama Salvini. E’ in forte ascesa nei consensi. Va delegittimato, subito, agli occhi dei “moderati”. E come Silvio, tanti anni fa, disinnescò la svolta della Bolognina che trasformò il monoblocco Pci nel più malleabile Pds, mettendo al muro i “comunisti!” dipinti con i colori dei fanatici e dei decontestualizzati, adesso Matteo (Renzi) va alla guerra guerreggiata – e imitando in questo l’andazzo dem già rodato in svariate realtà locali, Roma su tutte – contro la categoria della “bestia” (magari immonda) che si oppone al consorzio civile da lui rappresentato. E’ l’eterno balletto del “noi contro voi”, senza compromessi. Radicalizzare lo scontro. Per stanare e isolare l’avversario, con il sogno di castrarlo nei suffragi. Questo, alla politica italiana (opposti estremismi a parte), l’ha insegnato proprio Berlusconi.