Regionali. Il Pagellone della Campania: vince solo l’intramontabile Ciriaco De Mita

Ciriaco De Mita
Ciriaco De Mita

Non è stata una bella campagna elettorale, quella in Campania. S’è pensato più agli stati di Facebook, ai twitt e alle riunioni carbonare. La piazza come luogo fisico d’incontro non esiste più. L’astensione ha consegnato Palazzo Santa Lucia a Vincenzo De Luca, sceriffo disarmato dalla legge Severino. Hanno vinto i portatori d’acqua, hanno perso gli altri. Il voto campano, però, avrà ripercussioni nazionali.

De Mita, Ciriaco 8. C’è una sola legge, immutabile e scolpita nel tempo: non importa chi sei, che proponi, da che storia vieni, se sei amico o no di Rosy Bindi. Se vuoi vincere in Campania devi chiedere il pemesso a Ciriaco De Mita. Il Visir vince ancora e rischia, complice la Severino, di guidare – per interposta figlia Anna – la Regione. Immutabile, eterno e immarcescibile. Invitto, come il sol dell’Avvenire. Alla faccia di rottamatori e grillini.

De Luca, Vincenzo 6,5. Guai ai vinti, ai personaggetti, ai loro sorrisetti. Ha dilapidato un enorme vantaggio iniziale per poi recuperare qualcosina grazie all’improvvida uscita dell’impresentabile Rosy Bindi. Voleva vincere a tutti i costi, è stato accontentato. Eletto con i voti della destra che ha convinto a votare Piddì, ovunque. Lo sceriffo disarmato dalla Severino ora chissà se e come governerà.

Cinque Stelle 6. Primo partito, terza posizione. Solita variabile sempre meno impazzita e sempre più stabile nei consensi. Ottimo risultato per Ciarambino e compagnia grillante. Come al solito, però, tanto rumore per nulla. Da soli non si vince ma in fondo stare all’opposizione è sempre più semplice. Sul Pci c’hanno costruito tutta una mitologia…

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=rlOgnaUCGU0[/youtube]

Caldoro, Stefano 5. Quando il gioco si è fatto duro lui se n’è uscito da gentleman. Ma alle elezioni si deve sgomitare, picchiare, accusare. Liste così e così, paga la débacle generale di Forza Italia e la defezione di De Mita e pure l’eterna diaspora socialista. Ha subito il carisma di De Luca, gli ha lasciato il pallino in mano e s’è messo a pari con gli altri candidati mentre sul piedistallo saliva il suo avversario. Torna a casa dopo un mandato non certo memorabile.

Carfagna, Mara 5. Sottovoce si diceva giorni fa che Berlusconi stava pensando a lei per il futuro di Forza Italia. Sottovoce o no, la sfiga del “delfino” ha colpito inesorabile anche l’ex showgirl: a Salerno ha sfiorato solo l’11%. A Napoli deve ringraziare il ras delle preferenze Cesaro, il mitologico “Giggino la polpetta”. Il nuovo corso azzurro non funziona ma c’è, altrove, chi va peggio di lei. Salva per benaltrismo.

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=lW9lfI6gOSE[/youtube]

Bindi (in Tafazzi), Rosy 4,5. La sera delle elezioni c’era chi ci scherzava su. “Se Vicienz’ vince, jamm là e ‘a vattimmo. Se Vicienz’ perde, jamm là e ‘a vattimmo ddoje vote” (Se De Luca vince, andiamo a  Roma e la picchiamo, se perde saliamo e la picchiamo due volte). Presentare gli impresentabili il giorno prima del silenzio elettorale è stato uno scherzo da prete, inscenato magistralmente dalla “pia donna di potere”. Ma a De Luca, dato che l’ha votato la destra educata da vent’anni di guerra berlusconiana, gliel’ha recuperato qualche voto.

Renzi, Matteo 4,5. Non ha saputo gestire la bomba De Luca e ha sbagliato ad affidare l’incarico di artificieri alla truppa Huffington-Repubblica-Saviano. Lo sceriffo non perdona. Non ha saputo gestire nemmeno ciò che resta di sinistra nel Pd. Nè il caso Severino nè il moralismo democratico nè il cinismo piddì. Niente di niente. S’è schierato, poi ha fatto marcia indietro, poi ha aspettato e quindi ha pesato. I suoi (più leggeri degli altri) e gli altri (carichi di voti). Bomboccione imbambolato.

Mussolini, inteso Alessandra 4. Fare ammuina non paga più. Superata, doppiata, circumnavigata. Solo duemila voti per la Pasionaria che quasi scippava, vent’anni fa, Palazzo San Giacomo all’allora rampante Antonio Bassolino. Vent’anni son passati. Un’era stava finendo allora e un’altra ne sta finendo adesso. Vent’anni, già.

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=uydB3t_7bKQ[/youtube]

Mussolini, inteso Romagna Folk 2.  Aveta al palo, gli altri non pervenuti. Farsi la gita a Predappio e sperare che la mascella storta di De Luca riporti alle urne i nostalgici di Sua Eccellenza non paga. O meglio, non paga a livello di preferenze e consiglieri. Il fasciocomunismo deluchiano, comunque, è sconfitto. Consiglio: la destra ha votato la sinistra ma ha fatto le cose perbene, s’è scelta pure i consiglieri Piddì. Fatevi una domanda e datevi una risposta.

Saviano, Roberto sv. Sta ancora a rosicà.

@barbadilloit

@giovannivasso

Giovanni Vasso

Giovanni Vasso su Barbadillo.it

Exit mobile version