L’analisi. Ecco perché Bersani si gioca tutto nelle prossime 72 ore…

bersaniNon può che portare in un vicolo cieco la strada stretta che Bersani inizierà a percorrere da oggi fino a lunedì o martedì prossimo. Il mandato esplorativo e condizionato che il segretario del Pd riceverà da Napolitano non può trasformarsi in un Governo capace di ottenere la fiducia “sulla carta” così come il Quirinale pretende. I gruppi parlamentari che Bersani consulterà ribadiranno le loro posizioni: i grillini si guarderanno bene dal fare aperture di credito mentre il Pdl darà la propria disponibilità a dialogare ma chiederà un accordo sull’elezione del Presidente della Repubblica che Bersani non potrà accettare.

Quelli che vengono, quindi, saranno per il segretario probabilmente i giorni più difficili della sua vita politica. In 72 ore vedrà sfumare la possibilità di entrare a Palazzi Chigi da Premier fermandosi proprio sull’uscio di piazza Colonna. La buona volontà e la testardaggine con cui il leader del Pd affronta questa difficile fase devono purtroppo fare i conti, al di là dei numeri, con una serie di variabili esterne e interne al Pd che gli sono avverse. Detto di Grillo, che ha rinsaldato le proprie truppe in parlamento con la minaccia di espulsioni e ha tutto l’interesse di continuare a proporre il M5S come forza antisistema, non resta che Berlusconi. Ma l’abbraccio mortale col Cavaliere, interessato a stare in plancia di comando per neutralizzare le Procure, significherebbe l’implosione del Partito Democratico. Sono in tanti al Nazareno ad aspettare comunque al varco Bersani se l’epilogo del mandato esplorativo che Napolitano si appresta a conferirgli sarà quello più probabile: una rinuncia oppure come alternativa un dolorosissimo accordo col Pdl.

Cosa succederà dopo? Sul piano istituzionale deciderà Napolitano, se dimettersi subito e anticipare così l’elezione del suo successore che sarà poi libero di sciogliere immediatamente le Camere (siamo nel semestre bianco) oppure individuare un altro nome capace di avere i numeri al Senato per un Governo “di scopo” che porti il Paese alle elezioni nel giro di un anno. Sul piano politico, invece, il film che si vedrà non potrà che essere diverso perché, a sinistra, ci sarà con ogni probabilità un’altra regia.

Canio Smaldone

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