Le tappe della lotta al centralismo britannico e all’austerità
“Sono deluso dall’Inghilterra, ma questa non è affatto una novità. La politica scozzese è entusiasmante perché in pratica è come se fosse un proseguimento della campagna del referendum per l’indipendenza del settembre scorso. La politica inglese è deludente perché continua a offrire la solita ricetta a base di austerità da far pagare ai poveri e di un neoliberalismo fallimentare per favorire i ricchi”, ha spiegato ancora Welsh.
Il laburisti? Dalla parte dei ricchi
Dura l’attacco alle politiche dei laburisti: “È tutto fumo e poco arrosto. Il Labour propone un programma soltanto un po’ meno punitivo di quelli dei conservatori. Ma privilegia lo stesso i ricchi e non va incontro alle esigenze della maggior parte della gente”. “L’obiettivo numero uno è liberarsi dei Tories a Downing street. Quello numero due è dare un po’ di palle ai laburisti, in modo che facciano una politica veramente di sinistra e penso che gli scozzesi li spingerebbero a questo. Un governo laburista appoggiato dall’esterno dal Partito Nazionalista Scozzese è il risultato migliore che può uscire dalle elezioni britanniche. Più avanti penseremo all’indipendenza della Scozia”.
Verso un referendum su Ue e Inghilterra
“Non temo il possibile referendum sull’Europa perché, pur essendo europeista, penso che sarebbe una buona idea. Spingerebbe gli elettori a considerare seriamente le opzioni e forse a comprendere final- mente cosa significa stare in Europa. E’ successo la stessa cosa da noi in Scozia: il referendum sull’indipendenza ha reso tutti più consapevoli. E la consapevolezza è il sale della democrazia”, ha concluso l’autore di Trainspotting.