Musica. Due anni senza il Califfo

franco-califanoIl 30 marzo 2013 si spegneva Franco Califano, uno dei cantautori che ha fatto la storia della musica italiana, un artista originale e innovatore. Poeta che ha scritto circa mille  e trecento componimenti, fra canzoni e poesie vere e proprie.

Simbolo di un’Italia spensierata e sorridente, il Califfo era amato dal pubblico di ogni età, per la sua capacità di uscire dagli schemi e di far parlare di sé oltre che per la musica, anche per una vita privata al di sopra delle righe, ma vissuta in modo inconfondibile. Il Maestro Califano non era uno di quei personaggi volgari e caciaroni che infestano le cronache rosa dei nostri anni, ma era un maestro di stile d’altri tempi, un esteta che non può essere classificato fra le categorie usuali. Un poeta nel vero senso della parola, che ha cantato l’amore come nessun altro e probabilmente l’ha vissuto come l’ha cantato, se davvero le 1500 donne da lui dichiarate sono esistite (“tre al mese da quando avevo 13 anni”, per la precisione), con storie d’amore che hanno estasiato l’Italia intera, come quella con Mita Medici. Il Califfo era Dotato di un’ironia irriverente, tanto che il suo primo album si intitolò ‘N bastardo venuto dal sud, nel 1972, mentre le sue massime sono diventate spesso proverbiali, come la notissima “Giovani lo si è sempre, se lo si vuole”.

Un modello negativo secondo alcuni, perché è stato anche in prigione, coinvolto nei processi-farsa contro Walter Chiari e Tortora, ma poco male, visto che anche queste vicende sono diventate un tratto distintivo di un personaggio che ha avuto solo la colpa di scandalizzare i ben pensanti di turno e per giunta è stato assolto. Diseducativo secondo altri, quando dichiarò, fra le tante, che aveva perso la passione della moto perché la legge imponeva l’obbligo del casco.

Ma d’altronde se i modelli positivi ed educativi sono quelli che ci vengono propinati quotidianamente, forse è meglio tenersi il Califfo, che dei suoi difetti non ha mai fatto mistero e non si è mai proposto come esempio, come fanno altri, ma ha sempre proposto solo sé stesso. “Chi mi conosce davvero sa che sono sempre stato una brava persona”, disse in una delle sue ultime interviste e, in fede, non possiamo dargli torto. Tutto il resto è, ovviamente, noia.

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Francesco Filipazzi

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