L’intervista. Tassinari: “Addio Fascinazione. Con Grillo si va al di là di destra e sinistra”

grillo“Per me i fascisti erano una perdita di tempo. Io dovevo fare la rivoluzione ma questi, che avevano la sede a pochi metri dal mio liceo, venivano a cercare grane. Così, solo nell’ultimo anno di scuola, ho fatto più di 100 risse e per imparare a picchiare ho iniziato a giocare a rugby”. Negli anni 70 il giovane Ugo Maria Tassinari era un militante della sinistra extraparlamentare e difficilmente avrebbe immaginato di diventare uno dei più autorevoli esperti di quei fascisti con cui si scontrava sulle scale del suo liceo. A distanza di più di due anni dalla sua apertura, Fascinazione, il blog che il giornalista aveva aperto per raccontare la storia e le cronache della destra radicale, chiude i battenti. Il fatto che lo faccia nel suo momento di massima visibilità e visualizzazioni, però, non fa che andare a rimarcare le ragioni profonde che hanno spinto Tassinari a dire addio alla “fascisteria”.

Perché chiudere il blog nel suo momento di massimo splendore?

In primo luogo per chiudere una fase. Erano 25 anni che conducevo questa ricerca sulla fascisteria che in totale ha prodotto 5 libri, vari dvd, centinaia di articoli, decine di interviste e mi ha fatto accreditare come uno dei maggiori esperti di destra radicale italiana. Oltre a questo, aldilà della mia stanchezza mentale, perché l’oggetto della mia ricerca si è sostanzialmente svuotato. E’ arrivato il momento di fare cose nuove e ampliare gli orizzonti. Poi, infondo, se la massima autorità a cui è legato il concetto di inamovibilità e indefettibilità, che è il papa, si dimette, è un segno che di questi tempi nulla è irreversibile.

Quando ha iniziato questa opera di narrazione digitale della galassia nera italiana?

Sono due anni e mezzo di storia. Prima con una pagina Facebook e poi con il blog. Da li è nato questo risucchio nevrotico dove è venuto fuori il mio approccio da giornalista a uno strumento diverso che da opportunità maggiori. Per il futuro ho deciso di scegliere uno strumento più freddo che è il sito, lasciando il blog come archivio storico.

Quanto ha contribuito il risultato elettorale nella decisione di voltare pagina?

Molto. Il 25 febbraio, con il trionfo dei grillini, si è conclusa una fase storica. Quello di Grillo è il primo movimento post ideologico, post politico, in cui realmente l’espressione ”al di là di destra e sinistra” non sia soltanto l’enunciato di una fazione che si pone il problema di un’appetibilità trasversale. L’M5S nasce oltre gli steccati ideologici e sussume al suo interno elementi di destra e di sinistra. Al suo interno ci sono persone che hanno militato nella destra radicale 10 o 15 anni fa, al fianco di uno come  Vito Petroceli, ex militante dei Carc, formazione indagata in passato come bacino di reclutamento per le nuove Br.

Quali sono gli aspetti propriamente “di destra” e quali quelli “di sinistra” ravvisabili nel Movimento?

L’impianto, che si manifesta nella logica autoritaria, nell’odio per i partiti, nel fortissimo centralismo della struttura è di destra ma al tempo stesso è evidente che i programmi siano di sinistra. Ovviamente considero grottesca e ridicola la caccia al fascista, che si è scatenata su alcuni giornali, che ipotizzavano una remota iscrizione di Grillo al Fronte della Gioventù. Grillo può pure essere di destra o fascistoide ma non lo è per via di aver fatto parte o meno di qualche organizzazione d’area, lo è perché autoritario. La sintesi del grillismo, comunque, rimane un prodotto originale.

La caccia ai fascisti intrapresa da numerose testate sembra non aver ancora considerato seriamente le voci che parlano di infiltrati neofascisti eletti in paramento con il M5s. Per quale motivo?

Perché i giornalisti sono a caccia dei nomi degli eletti e se non saltano fuori quelli non possono dire nulla. Io, per esempio, sono stato interpellato da Repubblica che voleva sapere chi fossero.

I gruppi organizzati di destra e sinistra radicale non sanno come sfruttare il fenomeno. Dai Wu Ming a Casa Pound è tutto un osservare con diffidenza. Voci di singoli, invece, si sono già espresse con favore ma fino a che punto può andare avanti una convivenza tra anime così diverse? E alla fine, chi prevarrà?

Grillo ha sfondato in migliaia di delusi di estrema destra e estrema sinistra. Per un fascista intelligente la carica anti sistema e anti partiti di Grillo è un richiamo fortissimo e lo stesso vale per la sinistra, che all’interno può trovare molti temi sociali appetibili. Ma la vera contraddizione del grillismo è tra la natura orizzontale della rete e la verticalizzazione molto accentuata della leadership. E’ questa la contrapposizione politica che segnerà all’interno la vittoria di una componente piuttosto che l’altra.

Quali sono state le armi comunicative vincenti del M5s?

La sua grande rivoluzione è non creare colonnelli tramite il divieto di comparire in televisione. E’ un operazione geniale. Lui parte dalla rete, sistema di diffusione più avanzato, e salta la televisione tornando all’origine: la piazza. Si tratta di una mobilitazione di massa che ha ricondotto i cittadini al rito più antico della politica. In fondo, Grillo,  che sussume in se destra e sinistra radicale, non è il fascismo del terzo millennio ma sicuramente incarna il sovversivismo del terzo millennio.

Tornando al blog: come mai la fascisteria non si sa raccontare da sola e ha bisogno di un ex-militante della sinistra radicale per parlare del suo passato?

Per due motivi: perché per la destra radicale, a differenza che per la sinistra, la partita giudiziaria non si è ancora chiusa. La riapertura dei casi delle stragi costituisce un blocco per un racconto libero di se stessi. Dall’altra, e questo elemento è espresso bene da Franco Freda, perché la sua idea di cultura si basa sul concetto della non autorialità e della non originalità del pensiero politico, retto da un sapere tradizionale già scritto, che si può esclusivamente contemplare.

In questi anni di studi ha valutato positivamente qualcosa della destra radicale?

Più che singole idee ho imparato a rispettare la qualità degli intellettuali di destra.

@fedecallas

Federico Callegaro

Federico Callegaro su Barbadillo.it

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