L’intervista. Ban Ki-moon: “Il caso dei Marò deve essere affrontato bilateralmente”

Banki moon (1)Immigrazione e marò sono stati i temi principali su cui i media hanno chiesto lumi a Torino al segretario generale Ban Ki-moon.  Nella città della Mole si è svolto il seminario annuale riservato agli alti dirigenti Onu. Prima dell’inizio dei lavori, che si sono occupati anche dell’emergenza terrorismo internazionale, il segretario generale ha salutato, a Palazzo Reale, le autorità piemontesi, occasione anche per esprimere cordoglio e solidarietà per l’attacco terroristico di Tunisia che ha drammaticamente coinvolto anche alcuni turisti piemontesi.

Parlando di immigrazione, Ban Ki-moon si è detto “inorridito dall’azione senza scrupoli dei trafficanti che sfruttano i migranti e li abbandonano, gettandoli in mare” e si è poi rivolto alla comunità internazionale “per un maggiore coinvolgimento”.

Argomento di strettissima attualità il terrorismo: “e gli jihadisti verranno ritenuti responsabili di fronte all’umanità per quanto hanno fatto. Stiamo lavorando per la preparazione dell’Assemblea generale e per definire un piano di azione. Inviterò leader religiosi e di governo di tutto il mondo a parlare di questo. È però fondamentale per l’Onu continuare a fornire una assistenza umanitaria. Sono molte le aree dove l’Onu e le agenzie umanitarie non possono avere accesso perché sono sotto il controllo di gruppi armati estremisti”.

Questione marò

Nei giorni precedenti durante la sua visita a Roma, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni aveva parlato al segretario generale dell’Onu della questione dei Marò, da oltre tre anni in India.

“È meglio che la questione venga affrontata bilateralmente piuttosto che con il coinvolgimento delle Nazioni Unite”, ha confermato la sua posizione Ban Ki-moon ai giornalisti che a Torino gli hanno nuovamente fatto presente questa problematica così importante per l’Italia.

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