Esteri. Batosta per la Cgil alle elezioni delle Rsu alla Farnesina

farnesinaAlle ultime elezioni delle Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU), terminate pochi giorni fa, la CGIL Esteri ha preso una sonora batosta. Al di là delle solite alchimie post-elettorali, dei giochini di numeri e percentuali, mirati come sempre a dimostrare che praticamente hanno vinto tutti, stavolta è un dato oggettivo: la CGIL è andata giù, e parecchio. I sindacalisti del movimento della Camusso praticamente hanno perso quasi un terzo dei voti rispetto al 2012. E anche gli “spin doctors” con il fazzoletto rosso si sono visti costretti ad ammettere pubblicamente che il loro sindacato ha subìto “una flessione di circa 9 punti”.

Il panorama sindacale

I veri vincitori di quest’ultima competizione elettorale sono i sindacati autonomi. La CONFSAL UNSA è diventato il primo sindacato della Farnesina. E una sigla relativamente giovane e mordace come la FLP ha addirittura raddoppiato il risultato della tornata precedente, stabilendo una crescita record del 247 per cento. Ma i responsabili del Coordinamento CGIL Esteri non ci stanno, e accusano queste sigle di aver messo in atto “una campagna denigratoria”. Eppure propri i cigiellini si sono distinti in campagne davvero discutibili ad personam, o meglio “ad lavoratorem” (perché non della parrocchia dei soliti noti).

Il caso Vattani

Ne sa qualcosa anche il console Mario Vattani, che lo scorso dicembre, quando era rientrato al Ministero degli Esteri ricevendo incarico alla direzione Asia – perfettamente in linea con un curriculum peraltro eccellente – per oltre un mese fu oggetto di una delle più dissennate campagne denigratorie mai viste alla Farnesina: affissioni quotidiane di volantini, manifesti nelle bacheche in diversi piani del palazzo. Il tutto da parte di un sindacato che fino a prova contraria dovrebbe difendere gli interessi dei lavoratori, non perseguitarli.

Il console Vattani raccontò che in quei giorni molti impiegati del Ministero vollero manifestargli la loro solidarietà. Alcuni insistevano che – pur avendo idee politiche diametralmente opposte alle sue – tenevano a prendere le distanze dagli ideologizzati rappresentanti della CGIL che impunemente tappezzavano il Ministero degli Affari Esteri come fosse stato un liceo occupato, con volantini intesi non – attenzione – a promuovere rivendicazioni per i lavoratori, ma al contrario ad attaccare con motivazioni strumentali, un funzionario dell’Amministrazione dello Stato, sperando (invano) di intimidirlo.

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Antonio Fiore

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