Fumetti. La Grande Guerra di Brumowski, asso della caccia austriaca e vampiro della Bonelli

Olanda, Seconda Guerra Mondiale. “Nome e grado”. “Godwing Brumowski, hauptmann (capitano, nda) della k.u.k. Luftfahrtruppen dell’Impero Asburgico” “Ci stai prendendo in giro?” “Non oserei”. Quello che segue è uno scontro che di storico ha davvero poco: un’intero comando della Gestapo fatto fuori da un unico agente speciale del SOE britannico (Special Operations Executive), il sabotatore “non morto” Godwing Brumowski che con canini e artigli fa strage  di nemici.

Il personaggio Nato a Wadowice (oggi Polonia, nda) nel 1889, Godwin Brumowski è, storicamente parlando, l’aviatore più famoso della caccia austro-ungarica della I Guerra Mondiale. Raggiunge la “quota asso” nel gennaio 1917, abbattendo un caccia italiano. Al termine del conflitto avrà totalizzato 35 vittorie aeree, una in più del nostro Francesco Baracca col quale condivide, invece, la “passione” per i triplani Albatross DIII: sarà l’ultimo caccia pilotato dall’ufficiale austriaco e l’ultimo apparecchio abbattuto dall’ufficiale italiano.

Arriva la Bonelli Originario di una città oggi polacca, sposato con una nobildonna della Transilvania, nei primi anni del dopoguerra si rifugia nei Carpazi presso le proprietà della moglie. E’ qui che la fantasia della Bonelli dà nuovo corso alla vita del pilota. Enea Riboldi e Mauro Boselli, autori del fumetto horror Dampyr, recuperano il personaggio di Brumowski, molto meno noto di Baracca e del Barone Rosso, ma non meno affascinante. Gli autori fanno di lui un vampiro…. buono. Le vicende degli albi Bonelli anticipano la fine dell’asso al 1918, quando proprio in Transilvania il militare austriaco diventa “non morto”. Il resto della storia, fino al 1936, segue la verità: in quell’anno il vero Godwin, istruttore di volo, muore in un incidente aereo. Negli albi Brumowski ammette che la manovra mortale in volo è simulata, per non finire arruolato nella Luftwaffe di Hitler.

Con il SOE “Andate e incendiate l’Europa” aveva detto Winston Churchill ai sabotatori dello Special Operations Executive, nel 1940. Nella fantasia di Riboldi e Boselli anche Godwin risponde all’appello del I Ministro inglese, insieme al professor Foster (ispirato a Micheal Caine), col quale scopre e sventa i piani della rete di Abwehr e Gestapo in Olanda. Situazioni immaginarie in contesti veri: furono decine gli agenti SOE finiti nelle mani dei tedeschi, a seguito di infiltrazione nemica nelle basi radio alleate nei Paesi Bassi. L’Asse inviava falsi messaggi, Londra rispondeva paracadutando spie prontamente catturate. Nelle strisce in bianco e nero, l’aviatore continua a spostarsi a bordo del suo Albatross DIII, con i due teschi bianchi sulla fusoliera, elemento in più che sottolinea l’attenzione al dettaglio dei “padri” di Dampyr.

Anche Corto Quella di avvalersi di consulenti storici non è solo prassi dei disegnatori di Dampyr: Corto Maltese, nel corso delle sue avventure, conosce personaggi dimenticati del nostro passato, dal barone Roman Fëdorovič Ungern fon Šternberg, all’episodio del marinaio che, da Samarcanda, chiama Stalin ricordandogli i bei tempi di Ancona. E il dittatore sovietico ad Ancona c’era stato veramente. Come “veramente” Godwin e Corto si incrociano tra le pagine di “Sotto la bandiera dell’oro”.

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