È la fine della stagione della democrazia diretta?
«Guardi, così facendo, mettiamo in discussione i principi fondamentali dei cinque stelle. Per una elezione del Presidente ci stiamo giocando tutto questo. Francamente è molto grave».
Lei però ci crede ancora, giusto?
«L’intelligenza collettiva della rete può sorprendere, come già ha sorpreso con Rodotà. Magari sarebbe riuscito di nuovo il suo nome, chi lo sa… Io però mi sarei affidato, anche in questa situazione, a delle Quirinarie aperte e libere. Sarebbe stato meglio. Non vanno bene tutti questi tatticismi».
Il Presidenzialismo non risolverebbe molti dei problemi attuali?
«Non credo che oggi il problema sia di passare ad un sistema presidenziale. L’Italia oggi ha problemi ben più grossi e non riguardano assolutamente il cambio della forma di governo. Invece si pensa a rottamare la Costituzione, a produrre una legge elettorale che è peggio del Porcellum, a eleggere un presidente della Repubblica frutto dell’accordo tra Renzi e Berlusconi. Per questo il M5S dovrebbe continuare per la sua strada, come ha sempre fatto».
Così però il M5S rischia la marginalità, non trova?
«Ma se i giochi sono delle porcate, meglio stare fuori. Almeno i cittadini sapranno che il movimento è stato fuori da certi giochi».
Appunto, e con gli italiani come la mettiamo?
«Credo che siano totalmente nauseati dal “novennato” di Giorgio Napolitano. Se il prossimo presidente fosse un non politico, gli italiani ne sarebbero contenti. Invece, ahime, si stanno già accordando. E lo ripeto, il M5S farebbe benissimo a rimanere fuori dei giochi».
Il suo sembra un grido disperato.
«Guardi, non attendono altro che entrare in partita. Il rischio vero, però, è perderla questa partita».