“Sappiamo che gli operai non sono stati esodati per incompetenza ma perché l’ Ast è un’ avanguardia: se in Europa c’ è una contrazione dell’ inox quella contrazione deve ‘pagarla’
l’ Italia. Il problema sorge quando il Governo non comprende che la questione non è tra lavoratori e azienda ma tra Italia e Ue”. Giorgia Meloni interviene così nell’aula consiliare del Comune di Terni, città nella quale fa tappa per parlare di acciaio e per tagliare il nastro della nuova sede del partito.
Molto impegnato sul fronte dell’acciaio e della sua salvaguardia, il gruppo locale di Fratelli d’Italia e la stessa Meloni ricevono un caloroso benvenuto da parte del primo cittadino dott. Leopoldo Di Girolamo, anche lui presente alla conferenza stampa.
“Ringrazio l’onorevole Meloni – ha esordito il sindaco – per l’ impegno suo e del suo partito, a livello nazionale e locale, a beneficio della questione delle Acciaierie di Terni”.
Una questione delicatissima quella della produzione metallurgica umbra, che ha ricevuto per quasi un’ora l’interesse del centro destra e del centro sinistra. Un superamento degli steccati ideologici a favore di un’azienda che, oltre che ad una fonte di indotto, rappresenta anche una storia ultra centenaria di lavoro e di legame tra lavoro e territorio, come d’altronde ricordato da Di Girolamo nel donare “All’onorevole Meloni La storia passa per Viale Brin. I primi 130 anni dell’Acciaieria di Terni , volume dell’ex deputato PCI Alberto Provantini”.