Politica. Meloni: “Sindaco di Roma? Se me lo chiedono i romani (con le primarie)”

“Io sindaco di Roma? Se me lo chiedono i romani…”. Lo dice Giorgia Meloni a Repubblica, durante un’intervista nella quale oltre a parlare della situazione della classe politica della Capitale, sia di destra che di sinistra, rimane attendista (ma possibilista) sull’ipotesi di un suo impegno diretto nella corsa al Campidoglio.

“Sono convinta che ci sia ancora una classe dirigente a destra, ma la selezioneranno i romani con le primarie”, convinta che esistano persone  che hanno “l’onestà e le carte in regola per governare questa città”. Dunque una difesa della classe politica di destra non collusa con il sistema “mafia capitale”, che può ancora dire la sua.

Secondo la Meloni, “per guidare Roma occorre ormai una buona dose di coraggio, di audacia ai limiti dell’irresponsabilità. Puoi pensare di accettare la sfida solo se te lo chiedono i romani”. Insomma la candidatura può nascere e consolidarsi non nelle segreterie dei moribondi partiti di centrodestra ma nell’arcipelago del popolo moderato, conservatore e socialnazionale che nella Capitale in passato aveva dato adito a ben altre speranze rispetto alla deludente esperienza della giunta Alemanno.

Quanto vale il fattore Meloni?

Giorgia ha in questo momento un appeal elettorale molto più forte di quello riscontrato dal suo partito in Emilia Romagna o in Calabria nelle recenti regionali. L’area post-An, nonostante abbia scelto un incomprensibile simbolo matrioska, può soprattutto al Sud raccogliere un voto doppio rispetto a quello registrato alle Europee. Ma Fratelli d’Italia, in questa fase, deve trasformarsi in una lista Meloni e deve adottare un programma politico articolato, perché l’orizzonte non può fermarsi al replicare i temi lepenisti in territori meridionali dove gli immigrati si contano sulle dita di una mano, o quando sbarcano constatano l’endemica disoccupazione e fuggono verso Nord.

In questo percorso la Meloni deve scommettere sulla generazione Atreju, non solo affidandole la gestione del movimento, ma lanciandola nell’agone mediatico. Siamo sicuri che Andrea Delmastro, Giovanni Donzelli e Carlo Fidanza (solo per fare tre noi dei tanti giovani validi di Fdi) garantirebbe in tv la necessaria freschezza ad un’area che non si riconosce (né vota) i colonnelli e i vecchi quadri responsabili dello smembramento di Alleanza Nazionale.

Salvini e Buttafuoco sponsor di Meloni-Sindaco

L’ipotesi “Giorgia Meloni sindaco di Roma”, convince invece lo scrittore Pietrangelo Buttafuoco e il leader leghista Matteo Salvini, che da Lucia Annunziata è stato aperturista verso questa soluzione, nel caso Marino si dimettesse. Il leader della Lega nel frattempo è indicato dalla Meloni, in un passaggio dell’intervista a Repubblica, come possibile candidato sindaco a Milano. Una corrispondenza di amorosi sensi che potrebbe riservare sorprese: di sicuro se un fronte antirenziano nascerà in Italia dovrà passare dal vaglio del voto popolare. E il primo banco di prova utile è costituito dalle comunali in città simbolo come Milano e Roma.

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Red

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