Regionali. Il Pd vince in Emilia-Romagna e Calabria. Vola la Lega. Fitto: rifondare FI

salviniIl centrosinistra si riconferma in Emilia Romagna, sposta a sinistra la Calabria. Il Pd è primo partito in entrambe le regioni. Forza Italia evapora tra i colli bolognesi e la Sila. Resta in piedi la Lega Nord, con Matteo Salvini premiato per l’opposizione al premier Renzi e al ministro dell’Interno Alfano (Ncd tiene solo in Calabria). Fratelli d’Italia ottiene un risultato al di sotto delle aspettative: dove i postmissini hanno conservato maggiore compattezza (non dividendosi in mille rivoli) eleggono un consigliere; a Piacenza l’ex deputato Tommaso Foti (con quasi il 6% nella provincia).

La Lega capofila – di fatto – del nuovo centrodestra

Salvini ha quadruplicato il risultato elettorale delle politiche, toccando quasi il 20% alle regionali emiliane. Doppiando Forza Italia. Il dato è questo. Poche chiacchiere. La Lega nazionale dell’eurodeputato milanese è premiata dagli elettori. Ma in una coalizione allo sbando, debole e lontanissima dalla compattezza che aveva consentito i successi ai tempi della la Casa della libertà.

Fitto chiede di resettare Forza Italia e rifondare coalizione

Il leader dell’opposizione interna a Berlusconi in Forza Italia ha sparato bordate contro i vertici del partito: “Mi auguro che nessuno si azzardi a minimizzare o a cercare alibi per il nostro drammatico risultato in Calabria e in Emilia Romagna, regione in cui siamo stati addirittura doppiati dalla Lega”. Il deputato pugliese minimizza anche, giustamente, il ruolo dell’astensione: “Non abbiamo il diritto di nasconderci dietro l’astensione, che colpisce soprattutto noi, aggravando la tendenza già manifestatasi alle Europee. Dalle Europee a oggi, abbiamo perso 6 mesi”. La soluzione? “A questo punto, mi pare il minimo azzerare tutte le nomine, per dare il via a una fase di vero rinnovamento”. Basta casting: “Così come il problema non è certo il coinvolgimento e la selezione di 25 giovani: ne servono, semmai, 250 o 2500… Ma tutti (giovani e non) devono essere scelti democraticamente, dopo una corsa basata sulle idee e sul consenso, portando nel nostro movimento le regole elementari di competizione e sfida proprie dei grandi partiti delle democrazie anglosassoni, per fare un solo esempio. Basta con le nomine, quindi. Basta con i gruppi autoreferenziali che hanno determinato in questi mesi una politica e una comunicazione inefficaci e prive di qualunque credibilità, bocciate senza appello dai nostri elettori”.

Meloni (come Fitto): Rifondare tutto

“L’esito di queste elezioni regionali è la prova che il centrodestra, così come lo abbiamo conosciuto, è finito: o si ha il coraggio di cambiare tutto, ricominciare da capo, o non si va da nessuna parte”: il presidente di Fdi-An, Giorgia Meloni, nel corso di «Coffee Break» (La7) chiede una svolta nel centrodestra. “O si ha il coraggio di invertire la tendenza o non ci sarà mai un’alternativa a Renzi. Anche questo risultato elettorale può aiutare alcuni a comprendere che le cose, così come sono andate finora, non vanno più bene e non si possono tenere in piedi”.

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