L’intervento. Fidanza (Fdi): “Con il TTIP l’Ue ci svenderà agli Usa”

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Caro Direttore,

da mesi sono in corso i negoziati tra l’Unione europea e gli Stati Uniti d’America, finalizzati alla creazione della più grande area di libero scambio nel mondo.

Cos’è il TTIP

Il famigerato TTIP, Transantlantic Trade and Investment Partnership, prevede infatti l’abbattimento di tutte le barriere non tariffarie (in primis i dazi doganali) tra le due sponde dell’Atlantico, l’armonizzazione delle regolamentazioni in campo sanitario e alimentare, la piena liberalizzazione dei servizi pubblici e persino una clausola di risoluzione delle controversie tra Stati e investitori stranieri che elimina la giurisdizione nazionale per trasferire le decisioni ad un arbitro internazionale.

I negoziati si sono fino ad ora svolti in un clima di incomprensibile segretezza (a meno che non vogliamo pensare male, che come sappiamo si fa peccato ma ci si azzecca spesso), tanto che soltanto il 9 ottobre scorso il Consiglio Ue ha declassificato il mandato sulla cui base lo stesso Consiglio aveva autorizzato la Commissione europea, il 14 giugno 2013, ad avviare il negoziato con gli Usa.

Questo mandato, al di là di una coerenza formale con i princìpi dell’Unione europea e di generiche rassicurazioni, conferma la assoluta incertezza del quadro negoziale e il rischio concreto che questo accordo possa rivelarsi, anziché una fonte di crescita e sviluppo reciproci, una minaccia per interi comparti produttivi italiani ed europei.

In particolare non vengono sciolti positivamente i nodi collegati agli effetti del TTIP sul sistema delle piccole e medie imprese, agli standard europei di salute e sicurezza della filiera agroalimentare e di tutela ambientale, al riconoscimento delle indicazioni d’origine ed al contrasto della contraffazione, alla risoluzione delle controversie tra investitore e Stato, ai diritti del lavoro, alla liberalizzazione dei servizi e degli appalti pubblici.

Peraltro le rassicurazioni contrastano con le più recenti esperienze in ambito di commercio internazionale, laddove l’Unione europea ha costantemente scelto di sposare le posizioni dei Paesi dell’Europa centrale e settentrionale, con grave danno per le economie dei Paesi mediterranei. Pensiamo ad esempio all’estenuante trattativa sulla tutela delle denominazioni d’origine (Made in) o all’incredibile accordo di libero scambio Ue-Marocco che ha messo in ginocchio pezzi importanti dell’agricoltura del Mezzogiorno.

Senza contare i riflessi drammatici delle sciagurate sanzioni Ue alla Russia che stanno colpendo inesorabilmente comparti fondamentali del Made in Italy e che stanno chiudendo importanti sbocchi ad Est, col conseguente indebolimento dell’Europa ai tavoli con Obama. Un fatto da leggere come non casuale perché aumenta la dipendenza energetica e commerciale dagli Usa.

Tornando al TTIP, destano preoccupazione le conseguenze sul nostro comparto agricolo, che si vedrebbe sottoposto a fortissima pressione dovuta alla già impari competizione con i grandi farmers statunitensi e alla inevitabile invasione dei mercati europei da parte di mais e soia geneticamente modificati provenienti dagli Usa; la possibilità che i mercati dell’Unione europea siano invasi da prodotti farmaceutici o di altra natura non garantiti secondo gli standard imposti dalla disciplina comunitaria; il meccanismo di risoluzione delle controversie tra investitori e Stati tramite arbitrato internazionale, il cosiddetto Investor State dispute settlement (Isds), che consentirà agli investitori di citare in giudizio presso le corti arbitrali internazionali i Governi dai quali si ritenessero danneggiati, minando un principio elementare di sovranità delle autorità nazionali, regionali e locali; la liberalizzazione degli appalti pubblici a livello locale, anche in settori strategici, in conseguenza della quale le amministrazioni locali rischiano di non poter far valere criteri sociali e ambientali.

Fino ad oggi il governo Renzi ha mantenuto la linea del sostegno acritico al TTIP e ha riscosso, in cambio della sua acquiescenza, il beneplacito alla nomina della Mogherini a Ministro degli Esteri Ue. Per questo Fratelli d’Italia, nel corso del dibattito parlamentare, ha presentato una mozione molto dura a difesa dei nostri prodotti tipici e in generale del Made in Italy, nonché del principio irrinunciabile di sovranità nazionale.

Il rischio che il TTIP si trasformi in un grimaldello per scardinare quanto ancora di italiano ed europeo esiste nella nostra società, a vantaggio di lobby e grandi multinazionali è più che concreto.

Se dunque i negoziatori Ue non riusciranno a strappare condizioni almeno accettabili agli Usa, il Governo dovrà ritirare la firma da questo accordo e contestarlo in ogni sede. È inutile fingere di litigare con Juncker quando poi, per compiacere Obama, si consente all’Unione Europea di svendere il lavoro, la dignità e quel poco di sovranità rimasta agli italiani.

*Dirigente di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale

@barbadilloit

Carlo Fidanza*

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