Che la battaglia identitaria non fosse una boutade elettorale era già dimostrato dal fatto che le sue intenzioni, appunto, erano già emerse quando ancora Salvini leader non era (vedi sopra). Progettualità confermata dal fatto che tale percorso non si è arrestato con la chiusura del periodo elettorale, anzi si è potenziato. Salvini in questi giorni è in Russia a stringere rapporti con Putin e i suoi. Lorenzo Fontana, deputato leghista al Parlamento Europeo, oltre a portare avanti il percorso con il Front National e di tutte le altre delegazioni sovraniste presenti a Bruxelles, ha partecipato alla prima internazionale dei movimenti identitari eurasiatici tenutasi a Vienna e che si ripeterà quest’inverno a Mosca. Il senatore Raffaele Volpi è invece alle prese con l’organizzazione dell’alter-ego della Lega Nord al centrosud, la Lega dei Popoli.
La manifestazione di sabato prossimo sarà dunque un mattone. Un mattone bello grosso per la costituzione della nuova casa stile ‘lepenista’, la grande sfida lanciata da Matteo Salvini; che punta sul successo di questo evento per dare una definitiva prova di forza all’interno di un movimento che presenta ancora alcune sacche di resistenza da parte di qualche dirigente impaurito dalla grande lotta alla nomenklatura politica e finanziaria che strangola l’Europa. Gli elementi per fare del 18 ottobre il punto di partenza di una santa alleanza ci sono tutti, come confermato dalla presenza di molti movimenti e associazioni extra Lega. Un’occasione di riscatto anche per i vari ambienti della destra politica italiana, che si ritrovano per le mani una insperata chance di salvezza, che tuttavia devono stare bene attenti a non sprecare in nome dei personalismi e delle logiche individualiste che avevano affossato ogni speranza di opposizione alla deriva della nostra società.
* direttore de Il Talebano