La querelle tra centri sociali/antagonisti e Sentinelle in piedi corre il rischio di essere una straordinaria trovata mediatica per occultare il dibattito in corso in Parlamento sulla riforma del Lavoro, tema ben più fondante dei diritti (declinati purtroppo secondo schemi d’oltreoceano).
Sull’argomento si registra la presa di posizione del filosofo Diego Fusaro, che da sinistra ha bacchettato gli antagonisti, puntualizzando non solo il ruolo comunitario della famiglia, ma evidenziando come la distruzione di ogni residuale forma di vita che superi l’individualismo non sia altro che un favore al “grande capitale” e al pensiero unico. Scrive l’allievo di Costanzo Preve: “Al di là della carnevalata della divisione in tifoserie calcistiche pro e contro la famiglia tradizionale, occorre rilevare un aspetto: il fanatismo economico aspira a distruggere la famiglia, giacché essa – Aristotele docet – costituisce la prima forma di comunità ed è la prova che suffraga l’essenza naturaliter comunitaria dell’uomo. Nasciamo in comunità e – con buona pace della Thatcher e dell’individualismo robinsoniano dei neoliberali – l’individuo è già sempre collocato in una comunità originaria, senza la quale non sarebbe possibile. L’individuo si sviluppa e può pensarsi come individuo solo all’interno di un processo di soggettivazione la cui base è sempre e comunque comunitaria. La comunità viene prima. Ora, come anche ho cercato di mostrare nel mio recente “Il futuro è nostro” (Bompiani, 2014), il capitale vuole vedere ovunque atomi di consumo, annientando ogni forma di comunità solidale estranea al nesso mercantile”.