Il caso. Storace rischia il carcere come Guareschi: “Il Parlamento? Non farà nulla”

storace1Pubblichiamo l’editoriale di Francesco Storace, leader de La Destra, che rischia di finire in carcere per il reato di vilipendio della presidenza della Repubblica.

Un po’ meno solo, ma consapevole che dal Parlamento non posso attendermi alcunché. E’ la sensazione che ricavo dopo la pur bella giornata di ieri, dove tanta gente ha risposto all’appello del Tribunale Dreyfus per mettere sotto accusa il reato di vilipendio del presidente della Repubblica, che mi riguarda come imputato nel processo che si concluderà il prossimo 21 ottobre.

La solitudine è tanta, perché pochi ancora ne parlano, quasi a scacciare da se’ l’ipotesi che si possa andare in carcere per aver criticato Giorgio Napolitano.

Invece sì, può accadere se i miei avvocati, Giosuè Bruno Naso e Romolo Reboa, non dovessero farcela a sostenere con successo le ragioni della mia innocenza.

Preferirei il carcere senza benefici di regime perché non sopporterei di trovarmi di fronte ad uno Stato falso; ad una giustizia che va avanti nonostante il chiarimento che ebbi con Napolitano su mia e non sua iniziativa; ad un Paese che esige addirittura di far pagare con l’applicazione della legge Severino le parole persino più di una mazzetta.

E’ un processo scandalo, alle opinioni. Deciso da un ministro contro un avversario politico. Coperto da una stampa asservita che non reagisce scandalizzata. Ignorato da una politica che mostra di non comprendere – salvo rare eccezioni – il valore della libertà.

Ho ascoltato ieri le parole di tre avversari politici, il democratico Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera; Massimiliano Smeriglio, vicepresidente di Zingaretti, di Sel; il radicale Giuseppe Rossodivita. Mi hanno emozionato. Ma sono tutti gli altri a deludere.

Ci vediamo in tribunale per l’ultima battaglia.

Francesco Storace

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