Esce in questi giorni, per l’editore ferrarese La Carmelina, un ebook interessante per gli appassionati di arte d’avanguardia e di poetica eterodossa: Fuoripagina TransArt, di Vitaldo Conte.
L’autore, doce
Conte, siamo di fronte a un ebook programmatico di matrice futurdada?
Fuoripagina TransArt raccoglie miei interventi (scritti, interviste) e video che attraversano eventi e iniziative che ho curato o espresso nel Salento, a Catania e a Roma. In tutto ciò l’eredità futurista e dada “vive” nelle sue commistioni teoriche, artistiche e verbo-sonore, anche come ipotesi di continuità nell’oggi, talvolta riscoprendo molteplici risvolti, iniziati da queste radicali avanguardie, nel pensiero-corpo dell’Extreme Art.
Negli ultimi anni infinite puntate critiche sui media in relazione alle ultime avanguardie o tendenze, ma pochi lavori “organici”: quali le ragioni di tale scelta?
Ogni confine, tra arte e letteratura contemporanea, appare d’ora in poi come mero segno, diciamo comunicativo, quale net art: internet, in senso anche psicosociale, ha davvero realizzato il sogno dei grandi rivoluzionari del Novecento?
Sì, la con-fusione diviene il sogno e l’oltre dell’arte stessa, rifiutando con-fini prestabiliti per estendersi “fuoripagina” fino ai rumori, al silenzio, alle tracce dell’in-visibile bianco e alla digital life, per sperimentare la lucida follia attraverso l’incontro con il nostro sé “travestito” da altro…
Vitaldo Conte, sperimentazione o meno, quella che tu chiami TransArt o Transfuturismo, è un volo live nel contemporaneo puro, che paradossalmente genera una nuova bellezza?
Sì, la bellezza del nulla diviene il volo e il corpo di una creazione sin-estetica che attraversa linguaggi e dimensioni, arricchendosi del non-confine e dell’indicibile per generare il suo interiore di-segno, che può essere realizzato solo con il dominio della nostra consapevolezza sugli abissi di ogni perdizione.
Le seduzioni dello sconfinamento possono condurre ai rumori dell’opera bianca
Il pericolo-fascino dell’opera bianca è nella malia delle sue maschere femminili e delle musiche che ascoltano il richiamo del mare, della natura… il bianco rumore è una sua don/azione, soprattutto nell’estate. Così è stato per me in “Bande a Sud 2014”, davanti al mare sulla marina di Casalabate, in una notte d’agosto con le T Rose. E così sarà per celebrare l’ultima notte dell’estate, al confine con l’autunno, nella ottocentesca dimora estiva Serrezzula a Magliano: con una festa bianca come saluto, auspicando l’eterno ritorno… In questa occasione anticiperò l’uscita del mio Fuoripagina con la parola poetica e il suono del bianco come Estrema TransArt…