Ucraina, 17 Luglio. Un B777 della Malaysia Airlines in volo da Amsterdam a Kuala Lumpur sta solcando i cieli del Donetsk. Dieci mila metri più giù infuria la guerra tra lealisti e secessionisti ma, tra le nuvole, i 298 passeggeri (dei quali 80 bambini, nda) a bordo dell’apparecchio probabilmente neanche sanno di sorvolare la linea del falisi fuoco. Poi l’esplosione: qualcosa ha colpito il Boeing che si frantuma in mille pezzi. Cos’è successo?
Su Il Resto del Carlino di venerdì 18 luglio, un corsivo di analisi firmato da Mario Arpino* propone una prima “lettura” della tragedia, opinioni che aiutano ad avere un quadro di ciò che potrebbe essere accaduto.
L’aereo. “La Malaysia Airlines è una compagnia molto attenta all’addestramento, alla sicurezza e alla regolarità dei voli. (…) L’aereo era certamente in grado di volare in sicurezza altrimenti non avrebbe potuto operare dall’aeroporto di Amsterdam” si legge nel corsivo. Probabilmente l’ apparecchio distrutto in volo non era vecchio o superato: per atterrare e decollare dalle piste occidentali è necessario che i velivoli rispondano a precisi canoni non solo di sicurezza ma anche di modernità. Un esempio? In alcuni scali esistono restrizioni per i turbo jet ex sovietici (ancora in linea nelle aeronautiche civili di alcuni paesi) per questioni legate all’inquinamento acustico: i motori sono di vecchia concezione e il frastuono in take off e in take on è assolutamente fuori dai limiti consentiti. Ma il B777 della Malaysia era ok.
Cieli pericolosi. I cieli sopra l’Ucraina non sono, al momento, sicuri. D’altronde, dopo l’abbattimento del Boeing ieri sera, le compagnie europee e americane hanno sospeso le tratte che prevedono il sorvolo del Donesk.
Missile o caccia? “La quota – prosegue Arpino – fa pensare che, se è stato un missile, questo è di portata tale che difficilmente può essere in possesso di forze della guerriglia. Idem per un velivolo intercettore: sono mezzi in possesso dei governi, non dei partigiani”.
Indagini. La tragica fine del B777, dei suoi passeggeri (dei quali diversi erano olandesi, nda) e dell’equipaggio è la ciliegina sulla torta di una crisi politico – militare tra un’ex repubblica sovietica e Mosca. Lo scaricabarile tra filo russi e Kiev è solo la punta dell’iceberg di uno scenario di tensioni internazionali che, ne siamo certi, vedrà come attori anche ONU, UE e Stati Uniti pronti a tracciare il solco manicheo dell’ucraino buono e del russo cattivo.
Come uscirne? Secondo Arpino “Occorre un’Autorità aeronautica che intervenga subito con un’indagine obiettiva. Altrimenti torniamo alla vecchia storia del missile e della bomba”. E soprattutto, aggiungiamo noi, è prioritario che questioni delicate come un disastro aereo non si trasformino in uno strumento di propaganda a beneficio di una parte contro l’altra.
*Ufficiale pilota in congedo dell’Aeronautica Militare Italiana. Opinionista de Il Resto del Carlino
@marco_petrelli