Politica. Ennesima giravolta di Grillo: sì al dialogo col Pd sulla legge elettorale

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«Dopo l’incontro con Renzi sono contento che il ‪#‎Democratellum‬ (votato da centinaia di migliaia di cittadini) sia un punto di partenza». Così commenta Luigi Di Maio dopo l’incontro fra i parlamentari grillini e Matteo Renzi per discutere della riforma della legge elettorale. Un gesto nuovo, da parte dei penta stellati, che hanno iniziato la legislatura con un secco no al dialogo con “l’ebetino” (copyright di Grillo), su qualsiasi argomento. Ma tant’è. Sembra che il nuovo corso del Movimento 5 Stelle prosegua, dopo aver subito la contrazione dei consensi alle Europee, sulla via di una normalizzazione del profilo politico e anche dei rapporti con i partiti. Questo incontro, non a caso, è stato presentato come una novità da tutta la stampa italiana, con il Corriere che parlava di “Svolta di Grillo e Casaleggio”, spiegata dallo stesso Grillo come un riconoscimento del risultato elettorale: «Due cose sono cambiate, abbiamo una legge e Renzi legittimato dal voto».

In realtà siamo di fronte al quarto capitolo dei rapporti fra legge elettorale e Movimento 5 Stelle. Partiti con un’avversione totale al Porcellum, sin dalla sua prima approvazione, come ricorda Grillo stesso (“La legge è del 2005 e fu subito contestata come incostituzionale dal blog. Era evidente che fosse incostituzionale”), successivamente però chiese di andare a votare con quella legge, per poi proporre la reintroduzione del Mattarellum, su cui ora si basa il Democratellum.

Non solo legge elettorale. Va segnalato che è la seconda volta in poco tempo che i 5 Stelle abbandonando la linea dell’intransigenza. Recentemente Grillo ha messo a segno un’operazione politica di tutto rispetto, spingendo per l’adesione degli eletti in Europa al gruppo di Nigel Farage, della destra inglese, che ha poco a che fare con buona parte dell’elettorato dell’ex comico. Quest’ultimo è però il primo a riconoscere che è stata una scelta tattica e non di contenuto, condivisa da parlamentari come Laura Castelli, che ricorda che «è una alleanza tecnica di spaccatura. Adesso inizia il semestre di presidenza italiano, ci auguriamo di fare la differenza. La rete è sovrana». Anche se Farage appare entusiasta dell’alleanza dicendo che «con Grillo saremo il ‘dream team’ della democrazia ed un incubo per Bruxelles». Davanti a questi cambi repentini di posizione tra gli elettori monta sempre di più il malcontento: ad ogni cambio di passo si sfogano su blog e social network, chiedendosi dove Grillo voglia andare a parare.

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Francesco Filipazzi

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