Governo. Conti con l’Europa e disoccupazione record offuscano le sorti di Renzi

renziDue tegole si abbattono sulla “Renzeide”: da un lato l’emergenza lavoro registrata dall’Istat, dall’altro le “raccomandazioni” dell’Europa che non molla di un centimetro (se non a un costo sociale molto alto) la stretta sui conti dell’Italia. È notizia di ieri, infatti, la bacchettata arrivata dalla Commissione europea che ha evidenziato il buco da 9,3 miliardi di euro nei conti pubblici italiani (non si può fare a meno di valutare come gli 80 euro in busta paga siano costati 6,6 miliardi). E se l’Europa in qualche modo plaude alle intenzioni riformiste di Matteo Renzi, dall’altro l’accoglienza della proposta di slittamento del pareggio di bilancio di un anno da parte del governo è vincolata all’aumento delle tasse (Iva, immobili e benzina). Insomma, l’Europa tutto sembra tranne che sedotta dalle misure dell’esecutivo.

Ma i guai per Renzi vengono anche dalla situazione interna dato che l’emergenza lavoro in Italia continua ad aumentare. Il tasso di disoccupazione nel primo trimestre del 2014 secondo i calcoli dell’Istat raggiunge il 13,6%, in crescita di 0,8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Si tratta, in base a confronti annui, di un massimo storico, ovvero del valore più alto dall’inizio delle serie trimestrali, partite nel 1977. Grave anche il livello dei senza lavoro tra i giovani (15 e i 24 anni) che sale al 46,0%.

In generale, nel primo trimestre del 2014 il numero delle persone disoccupate sfiora i 3,5 milioni, salendo precisamente a 3 milioni 487mila (in aumento di 212mila su base annua).  Il tasso di disoccupazione ad aprile risulta pari al 12,6%, stabile rispetto a marzo, ma in aumento di 0,6 punti su base annua. Il tasso di disoccupazione tocca il suo picco nel Mezzogiorno, dove vola al 21,7% nel primo trimestre del 2014. E tra i giovani (15-24 anni) raggiunge addirittura il 60,9%. Lo rileva l’Istat, spiegando che sono 347mila i ragazzi in cerca di lavoro nel Sud, pari al 14,5% della popolazione in questa fascia d’età.

Davanti a questi dati le misure previste nel Jobs Act, che intende riformulare il mercato del lavoro, sembrano insufficienti. Nella campagna di Renzi, infatti, manca ancora il tema della politica industriale, degli investimenti e del credito verso le Pmi. E se gli “sforzi aggiuntivi” chiesti dall’Europa dovessero coinvolgere, come sembra, i milioni di italiani che hanno usufruito il bonus degli 80 euro Renzi i conti dovrebbe iniziare a farli anche con gli elettori che lo hanno premiato.

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