Destre/4. Primarie? Non bastano ad un mondo preso a schiaffi

download (1)La sberla delle elezioni europee ha avuto un merito: a destra si ritorna a pensare. Bene, ma visto che il detto secondo cui “errare è umano, preservare diabolico” sembra sia stato scritto apposta per descrivere la destra italiana, ecco che queste riflessioni si avviano sulla strada sbagliata: trovare un leader. Dopo che Berlusconi ha tolto dal ring le figlie, la parola d’ordine sembra essere “primarie” come se trovare un capo carismatico, in grado di guidare le truppe, bastasse per far tornare ad essere la destra/centro propositiva e governista. Insomma, come se fosse sufficiente trovare un Berlusconi ringiovanito per mettere insieme Fratelli d’Italia e Nuovo Centrodestra: gli euroscettici e i popolari europei; il diavolo e l’acqua santa.

La proposta è semplice: non si pensi al leader, ma ad un progetto. Si rimetta mano alle rispettive convinzioni e si stacchino i paraocchi che impediscono di avere una visione complessiva della realtà. Che questa sia l’èra del leaderismo sfrenato è chiaro a tutti, ma l’idea che basti una persona forte per strappare voti agli altri e portarli a destra non regge nemmeno un secondo: Matteo Renzi ha fregato tutti con un progetto che ha portato avanti anni; Beppe Grillo ha spaventato l’Europa ripetendo delle idee (secondo me pessime) per anni. Anche Berlusconi, quando partì, aveva delle idee, poi perse per strada.

Cercare una leadership senza un progetto è come voler far crescere un campo fiorito sulla roccia: il fallimento è certo. Ecco perché il percorso deve partire da un’altra parte: cosa si vuole fare? Ad oggi non lo sappiamo. Se ci fosse un governo di destra, infatti, nessuno sa dire che tipo di politiche ci sarebbero in Italia. Avremmo già fatto il referendum sull’euro? Non credo, con buona pace di Gianni Alemanno. L’operazione “mare nostrum” sarebbe stata archiviata? Boh. E così via: non c’è uno straccio di idea comune, perché allora si cerca un leader che esprima questo nulla assoluto?

Ecco, il progetto: bisogna avere una visione di futuro, trovare una base comune sulla quale poi poter far nascere le necessarie differenze. Ma sarà complicato credere a qualsiasi leader, seppur baciato dal voto primario, fino a quando le posizioni sull’euro – ad esempio – resteranno così lontane. Allora come si fa? Fratelli d’Italia, Ncd e Forza Italia devono scoprire le loro carte e mostrare i bluff da campagna elettorale: dopo aver raschiato il fondo, bisogna trovare quel minimo comune denominatore che possa accontentare tutti. Occhio, non i leader di partito: bisogna accontentare chi vota.

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Archie Gemmill

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