Politiche. A sinistra hanno compreso che la partita si gioca sul voto della generazione X

La disoccupazione tocca livelli storici, le università perdono migliaia di iscritti, milioni di giovani emigrano dal Paese, nel mezzogiorno la ricerca di lavoro si è fatta endemica, ma la campagna politica in corso sembra non accorgersene.

Gli italiani, i “giovani” in particolare, sono principalmente preoccupati per le condizioni di lavoro e le famiglie guardano con sfiducia alla prospettiva di due generazioni che si ritrovano in condizioni assolutamente peggiori dei loro genitori.

In questa fascia di età, che va dai 18 ai 30-40enni, si gioca la partita politica per le elezioni, in particolare tra i 25 e i 40 anni se si pensa al Senato nell’Ohio italiano: la Sicilia e la Lombardia.
Eppure, come detto, l’attenzione sull’argomento è bassa o scarsa, permane la dominanza di argomenti, sempre gli stessi, che fanno riferimento alle tasse.

Invece in Sicilia e Lombardia si vincerà per poche migliaia di voti e decisivo sarà il cosiddetto “elettorato di paglia” che corrisponde alla “generazione X”. Questo elettorato è “di paglia” perché più facilmente infiammabile: è quello che si sposta con maggiore facilità essendo de-ideologizzato ed è quello che si informa non solo attraverso la tv e i giornali.

Se pensiamo all’elettorato in questione, dobbiamo pensare ad una fascia sempre maggiore della società italiana che è entrata a fatica nel mondo del lavoro, in gran parte ne è esclusa o è precaria, ma in alcuni casi svolge ruoli di rilievo e di direzione. Questa fascia di età di persone (25-40anni) ha dunque oggettivamente in mano il futuro dell’Italia perché ha in mano le sorti dello scontro elettorale in Sicilia e in Lombardia.

Se si considerano infatti, gli elettori 50-60enni essi sono definibili come un elettorato “di pietra”: i sessantenni hanno generalmente opinioni consolidate e non rinunciano ad un voto corporativo e più ideologizzato. Il massimo che si può fare in quel target è riportare a casa gli elettori che vogliono astenersi.

Come emerge dalla ricerca di MTV “Io voto” e ripresa dall’ Huffington Post, la distanza da Berlusconi, da Monti e anche in buona misura la distanza da Bersani è di sovra-struttura: la cultura dominante è quella a-ideologica figlia degli anni ’90 in cui la “generazione X” trova spiazzati i partiti politici che hanno una offerta che non parla di loro.
Difficilmente dunque le parole d’ordine delle destre sull’abbattimento delle tasse (chi possiede una casa tra i “giovani”?) o viceversa la tutela del pubblico impiego e delle pensioni (chi è già occupato nella p.a. o pensa alla pensione a 30 anni?) saranno decisive nella competizione delle regioni marginali.

Un ruolo chiave verso i “giovani” sembra giocarlo un racconto anti-politico, non a caso Grillo pare ampiamente in testa tra gli under 23 e sfiora il 20% tra i 24 e i 34 anni: i “giovani” italiani pur animati da un bisogno primario come il lavoro, esprimono dunque un sentimento di distacco non solo verso “lo stato”, ma verso “la politica”.
Ma le parole chiave “anti-casta” appartengono ad una categoria pre-politica che Bersani combatte e dunque per entrare nel mercato elettorale dell’ “elettore di paglia” senza scivolare nel populismo bisogna infiammarlo parlando di lavoro.

In questo senso il PD dovrebbe portare un attacco decisivo per vincere la sfida in Lombardia e in Sicilia: occorre parlare all’elettorato di paglia, alla “generazione X” usando la parola chiave: il lavoro.
Parlare di lavoro è dunque l’unica strada che può sopravanzare l’egemonia discorsiva basata sulle tasse. Occorre raccontare come il taglio delle tasse significherebbe ulteriori tagli a scuola e università, vanno palesasti i diritti di cittadinanza che si intendono garantire e il lavoro che si immagina di costruire attraverso politiche economiche rivolte verso l’innovazione e le industrie che occupano i giovani: i servizi, la cultura, il turismo, l’economia della conoscenza.

Se di “proposta shock” si tratta (anche qui l’egemonia di Berlusconi è totale) e allora che si prenda di petto il reddito di cittadinanza e lo si proponga con grande forza con gli strumenti adatti alla comprensione di questa generazione che nasce in un contesto cognitivo intriso di video e tv. Poco o nulla può spostare una campagna sui social media alla #pdbrothers, molto può spostare una proposta chiara e ripetuta in loop sul reddito di cittadinanza promossa anche in rete, ma soprattutto in tv.

A 15 giorni dal voto c’è dunque una speranza per i progressisti di vincere al Senato sia in Lombardia che in Sicilia, basta comprendere che la partita si gioca in un fascia di età chiara: 25-40 anni. E che alla “generazione X” interessa soprattutto capire come uscire dalla crisi e trovare un lavoro o mantenerlo in maniera stabile.

Luca Scandale

Luca Scandale su Barbadillo.it

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