La polemica (di M.Veneziani). Al tempo del grillismo la destra torni la “terza via”

Beppe Grillo Holds Final Rally Before Election In RomeA Torino al Salone del Libro oggi si parlerà di anime della destra, ma sarà bene chiarirci e dire la verità. Ci è piaciuto dirci di destra per amor di trasgressione e per ribellarci al suo contrario dominante, la sinistra e il suo irrealismo dispotico. Ma è stata una camicia di forza. Ha costretto a stare sotto lo stesso tetto gente, impulsi e motivazioni che erano agli antipodi. Per dirla in breve, c’è chi si ritiene di destra nel nome della libertà e dell’individuo e c’è chi, come me, si definisce di destra in nome della tradizione e della comunità. C’è chi si reputa di destra perché è a favore del mercato, e chi, come me, si ritiene di destra perché pensa che la vita non possa ridursi a mercato. Non vado oltre, su religione, Stato e America, non stabilisco graduatorie e nemmeno distinzioni tra vere e false destre (che sono più di due).

Per anni sono bastate le comuni allergie a unirsi e a sentirsi maggioranza nel Paese. Non ci fu sintesi, ma rimozione. E una cosa in effetti ha unito le destre eterogenee: il richiamo al popolo sovrano e a un leader contro le oligarchie. Ora il popolo sovrano va per altre vie e per altri leader, la destra torna a essere terza via. Si può puntare sulla sovranità popolare se la sua traduzione simultanea è il grillismo? Cos’ha da spartire la destra coi grillini, oltre il disgusto per il presente? A chi è di destra e non ha temuto di dirsi populista, tocca ora rivedere il bagaglio, la strategia e il frasario. Non consola, ma una cosa simile succede pure a sinistra e altrove. (da Il Giornale)

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Marcello Veneziani

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