Proviamo piuttosto ad uscire dal cono d’ombra delle facili strumentalizzazioni, evitando che una parola alta e nobile qual è il termine “conservatori” venga snaturato da Renzi e dalla sua pattuglia di ignorantelli, convinti, tra un sorriso ed una battuta ad effetto, di avere in mano le chiavi della verità e del futuro.
– acquisire la mentalità che c’è qualcosa di prezioso da conservare nel nostro passato (la nostra Storia, le nostre tradizioni, le glorie patrie) per riuscire a salvaguardare le nostre ricchezze, i beni artistici e culturali dell’Italia;
– “essere connessi” con la Storia da cui proveniamo e quindi con le generazioni che ci hanno preceduto per essere capaci di riproporre, nel futuro, il patto generazionale;
– scoprire la “gioia delle cose durevoli”, riuscendo a distinguere “nella provvisorietà di tutto alcuni orientamenti permanenti”;
– compensare i cambiamenti, bilanciando “la fretta con la lentezza, il globale con il locale, la tecnica con la cultura, l’artificiale con il naturale, la novità con la memoria, la mobilità con le radici”.
Abbiamo volato troppo alto ? Può darsi, ma è l’unico modo per non “infognarsi” nelle basse polemiche di certa politica-politicante, della quale l’ultima spiaggia renziana, invasa dai detriti della vecchia sinistra, è la degna erede. Su questi livelli va portata la sfida, ritrovando il senso di un’appartenenza a valori che – per dirla con un antico adagio – non sono né di ieri, né di oggi, ma di sempre. Bisogna solo intenderli correttamente e renderli comprensibili.
@barbadilloit