Calcio&Cinema. “L’allenatore dei Sogni”: la storia di Sergio Vatta conquista NY

sergio vattaC’è un allenatore italiano che ha conquistato New York. Non è Ancelotti, non è Conte e neppure Capello, attuale CT della Russia. Il suo nome ai più dirà quasi nulla. Ma chi bazzica da alcune decenni  il mondo del calcio italiano sa che Sergio Vatta è qualcosa di più di un semplice allenatore di squadre giovanili. E proprio a Sergio Vatta, che oggi ha 76 anni e si gode la pensione, è stato dedicato il film The Dream Coach – L’Allenatore dei Sogni, di Christian Nicoletta, unica pellicola italiana presentata al Kicking and Screening Film a Tribeca, festival sportivo di corti, documentari, memorie dentro e fuori il campo.

«Il documentario diretto con passione da Nicoletta è l’esempio “indie” più candido e personale del festival», scrive il giornale online La Voce di New York, . «La scelta di proiettarlo dopo i 28 minuti di anteprima di We Must Go di Dave LaMattina e Chad Walker – cronaca del team della nazionale di calcio dell’Egitto e della sfida del mitico coach Bob Bradley per toccare l’olimpica meta del FIFA World Cup 2014 – si dimostra efficace, soprattutto di fronte ad un pubblico (americano) poco abituato ad un viaggio introspettivo nella storia calcistica del nostro Paese».

Nella pellicola Vatta passeggia in zone abbandonate, come il vecchio campo del Grande Torino, il Filadelfia, e racconta la sua vita trascorsa a far crescere talenti calcistici insegnando loro, per prima cosa, i valori umani e sportivi. «I bambini sognano tutti. Il bambino non sogna di diventare un campione. Il bambino sogna di diventare un adulto, di diventare bravo. E noi non potremo capire mai quanto vale un bambino se non lo vediamo giocare».

I numeri della straordinaria carriera di Vatta – profugo dalmata di Zara, che nell’adolescenza ha conosciuto guerra, esilio e povertà – sono quasi da record: quattro scudetti, sei coppe Italia, quattro tornei di Viareggio con la Primavera del Torino; uno scudetto giovanissimi e uno Primavera in qualità di responsabile dei parigrado della Lazio; poi direttore tecnico delle nazionali giovanili e allenatore del team Italia femminile (fino alla finale dei mondiali), inifne per quattro anni responsabile del settore giovanile del Paok Salonicco.

In oltre quarant’anni di attività Sergio Vatta ha scoperto alcuni campioni del calcio italiano (Dino Baggio, Lentini, Cravero, Christian Vieri, Fuser, tutti andati in Nazionale) e ha fatto esordire in serie A ben 64 giovani talenti. Ma a parte una breve esperienza alla fine degli Anni Ottanta per cercare di salvare il Toro dalla retrocessione, Vatta non si è mai seduto su una panchina di serie A. Infatti quel che emerge nel film di Nicoletta è soprattutto la sua essenza di talent-scout, di maestro di vita prima ancora che di calcio.

«La formazione della persona: era quello il mio interesse principale» spiega Vatta. «Ho insegnato ai talenti la normalità, cioè la capacità di soffrire. E ai giocatori normali, che sono il 99 per cento, a sentirsi importanti. Le mie soddisfazioni più grandi sono arrivate con le seconde file: nel mio spogliatoio i protagonisti non erano i più forti, ma quelli che portavano idee».

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