Web. I nuovi poteri Agcom sui diritti d’autore e i diritti inviolabili degli utenti

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Le regole del web non sono ancora al centro del dibattito politico, nonostante contribuiscano a incidere su molte scelte dei cittadini nello spazio pubblico. Mentre suscita clamore internazionale il blocco in Turchia di Facebook e Youtube, passa sotto silenzio in Italia un nuovo regolamento sul diritto d’autore, che potrebbe limitare molto la libertà di espressione nel nostro Paese e, unitamente alle leggi vigenti, potrebbe far diminuire il nostro livello di democrazia.

Secondo le nuove regole sul copyright viene attribuita all’Agcom, quindi non solo all’autorità giudiziaria, la facoltà di far rimuovere un contenuto da uno spazio, se questo viola il diritto d’autore. Inoltre è prevista la creazione di un Comitato per la tutela dell’offerta legale dei contenuti digitali, che potrà fattivamente “rieducare” gli utenti reindirizzandoli su pagine web informative dedicate. Il tutto in collaborazione con motori di ricerca e ISP. Questi ultimi, gli Internet Service Provider, saranno quindi i guardiani della rete, ma anche loro non sono investiti di alcuna autorità giudiziaria. I contenuti potranno quindi essere resi indisponibili in modo del tutto arbitrario.

A questo aggiungiamo che in Italia un qualsiasi giudice può ordinare il sequestro o la chiusura di un sito. Inoltre l’accesso a siti stranieri può essere facilmente limitato ed è già fatto, soprattutto per siti di Torrent, ma in realtà qualsiasi sito può essere bloccato. A questo proposito l’Unione Europea ha recentemente riconosciuto la facoltà di bloccare siti pirata, ma per la prima volta ha sancito l’obbligo di rispettare diritti provider e utenti. Quindi gli ISP non dovranno essere obbligati a sostenere costi elevati per attuare i blocchi, visto che fino ad oggi per sottostare alle delibere di Agcom hanno spesso dovuto assumersi delle spese in violazione della loro libertà di impresa. In virtù dei diritti degli utenti dovranno essere bloccate solo le parti illecite di un sito, mentre quelle lecite dovranno essere fruibili. Quegli stessi diritti degli utenti che in Turchia, è notizia di oggi, sono stati sanciti dalla Corte Costituzionale che ha ordinato il ripristino dell’agibilità di Twitter.

 

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Francesco Filipazzi

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