Inizia così Dannate Nuvole, il nuovo singolo di Vasco Rossi che lo ricongiunge al rock. No, niente a che vedere con ‘Colpa d’Alfredo’, ‘Fegato, Fegato Spappolato’ o ‘Gli Spari Sopra’, ma almeno il rocker di Zocca ci ha riprovato ad abbandonare un ‘Eh già’ di troppo per tornare alle origini. Dopo una degenza molto lunga, dopo 3 anni di assenza, un lungo periodo inchiodato a letto tra malattia e depressione, il Blasco aveva bisogno di riscattarsi: con se stesso, e con il suo pubblico. E allora ecco una melodia che in certi punti richiama ‘Siamo solo noi’ – la canzone di una “generazione di sconvolti che non ha più santi né eroi” – mentre in altri, e soprattutto per le parole, ricorda ‘Ogni volta’.
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Ma, note a parte, Vasco Rossi, per scrivere ‘Dannate Nuvole’ si è ispirato al filosofo tedesco Friedrich Nietzsche e al suo ‘Così parlò Zarathustra’. Una sorta di viaggio, quindi, e forse l’insegnamento che Vasco-Zarathustra vuole dare agli uomini, tornando tra essi, è contenuto tutto nei versi del brano, inciso e registrato tra lo Speak Easy studio di Los Angeles e l’Open Digital di Bologna, con la collaborazione di Guido Elmi.
Ma ‘Dannate Nuvole’ è anche il singolo di Stef Burns, erede di Maurizio Solieri al reparto chitarristico. La chitarra, infatti, torna ad avere un ruolo da protagonista nella canzone, con i suoi riff e i suoi assoli, inseriti con maestria nel pentagramma dopo un inizio affidato alla (quasi onnipresente) tastiera e ai sintetizzatori.
‘Dannate Nuvole’, quindi, diventerà il nuovo cavallo di battaglia del Blasco, e sarà introdotto nella scaletta dei concerti romani (25, 26 e 30 giugno) e meneghini (5, 9 e 10 luglio).