Governo. Se la giaguara Boschi mostra gli artigli garantisti ai forcaioli M5S

boschiUn governo vaccinato contro la febbre giustizialista? E’ presto per giudicare l’esecutivo Renzi, ma le dichiarazioni di Maria Elena Boschi, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento, sulla querelle Barracciu sono un segnale da valutare con attenzione.

“Il governo non chiede dimissioni di ministri o sottosegretari sulla base di un avviso di garanzia”: alla Camera la Boschi, rispondendo al question time ad una interrogazione sulla nomina di Francesca Barracciu a sottosegretario, ha così spento sul nascere le polemiche scaturite dai grillini, e ha precisato che “Barracciu risulta iscritta nell’elenco degli indagati”.

La difesa dell’esponente del Pd sardo da parte della Boschi è partigiana quanto basta, ma prevedibile: “il sottosegretario Barracciu ha acquisito negli anni una notevole esperienza polita ed amministrativa arricchita anche dall’esperienza al Parlamento europeo”. Di certo i democratici hanno a distanza di poche settimane cambiato opinione: Barracciu non andava bene per il partito come governatore, ma funziona come sottosegretario. E’ legittimo chiedersi se il garantismo varrà anche per gli avversari politici…

Rilevante, sperando che il Pd non torni sui suoi passi, è invece l’insolita affermazione “da sinistra” di autonomia della politica dalla magistratura e dalle inchieste mediatiche. “Abbiamo giurato sulla Costituzione, che contempla il principio fondamentale della presunzione di innocenza; l’avviso di garanzia è un atto dovuto a tutela dell’indagato e non una anticipazione della condanna. Il procedimento si trova nella sua fase preliminare e lo stesso sottosegretario ne ha chiesto una accelerazione. All’esito il governo valuterà se chiederne le dimissioni”.

Il nuovo corso della politica italiano, oltre gli annunci, deve fondarsi sulla giusta distanza dai veleni giustizialisti che hanno segnato l’ultimo ventennio. Se questo clima dovesse permanere anche con l’avvicinarsi della contesa per le Europee  (siamo scettici), sarebbe un notevole passo avanti verso il superamento delle ferite che hanno lacerato la Seconda Repubblica.

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Geronimo Barbadillo

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