Ma l’ex leader socialista, che è stato vicino a Giulio Tremonti nell’organizzazione del movimento 3L, smonta anche la retorica della società civile, come un’invenzione montiana: «È solo pubblicità. Nella Prima Repubblica non c’era uomo di cultura o di scienza che non mettesse la propria faccia nelle liste o a sostegno ad esse. Oggi le liste sono povere e i programmi miserabili».
Infine le sfide indicate da Formica: la prima geopolitica. «Una va sotto il nome ambiguo di “Europa” ed è quella della collocazione dell’Italia nelle aree geopolitiche in via di formazione dopo lo tsunami delle crisi finanziarie prodotte dalla globalizzazione. Il discorso del premier inglese Cameron sul referendum del 2015 sottolinea quanto l’Europa sia un’entità ancora molto incerta. Il problema della collocazione dell’Italia all’interno di un sistema geopolitico a formarsi ha bisogno di politiche di contrattazione degli interessi nazionali. Nella nostra Carta Costituzionale c’è un principio fondamentale sulla cessione di sovranità, che deve avvenire in regime di reciprocità. Alla fine del governo Berlusconi e poi con Monti l’Italia ha accettato un principio incostituzionale: la cessione di sovranità senza discussione di reciprocità. Le frontiere delle aree geopolitiche non sono ancora state definite. Poiché l’area geopolitica non può essere l’autosufficienza dell’Italia, chi sono i nostri migliori alleati?». La seconda per il Quirinale. Dove dopo il banchiere Ciampi e il comunista ‘americano’ Giorgio Napolitano, si dovrà eleggere un uomo di equilibrio.