Politica. Rino Formica smonta la retorica sulla “società civile” del professor Monti

«Monti? Mi colpisce che continui a ripetere quella frase di De Gasperi, “Un politico guarda alle prossime elezioni, uno statista alle prossime generazioni”. Lavorare per le prossime generazioni vuol dire avere una visione del futuro. Monti deve spiegarmi qual è la sua, visto che finora ha applicato una ricetta di altri. Se è vero che è miopia politica pensare all’immediato, al consenso elettorale, senza avere una visione per le nuove generazioni, è addirittura criminale pensare alle proprie nuove generazioni con le visioni degli altri». Così Rino Formica, ex ministro delle Finanze, nonché intellettuale socialista, ha stroncato – in un’intervista a Italia Oggi – le ultime prese di posizione del professor Mario Monti. Per Formica le liste elettorali presentate, tutte, sono modestissime, «il prodotto dei partiti dell’ultimo ventennio. Che ha distrutto le vecchie ideologie senza trovarne di nuove; che ha distrutto i modelli di organizzazione della democrazia senza trovarne di nuovi; che ha distrutto le classi dirigenti senza formare le nuove. Il linguaggio oggi è quello semplicistico di vent’anni fa: il sistema è corrotto, le istituzioni non funzionano».

Ma l’ex leader socialista, che è stato vicino a Giulio Tremonti nell’organizzazione del movimento 3L,  smonta anche la retorica della società civile, come un’invenzione montiana: «È solo pubblicità. Nella Prima Repubblica non c’era uomo di cultura o di scienza che non mettesse la propria faccia nelle liste o a sostegno ad esse. Oggi le liste sono povere e i programmi miserabili».

Infine le sfide indicate da Formica: la prima geopolitica. «Una va sotto il nome ambiguo di “Europa” ed è quella della collocazione dell’Italia nelle aree geopolitiche in via di formazione dopo lo tsunami delle crisi finanziarie prodotte dalla globalizzazione. Il discorso del premier inglese Cameron sul referendum del 2015 sottolinea quanto l’Europa sia un’entità ancora molto incerta. Il problema della collocazione dell’Italia all’interno di un sistema geopolitico a formarsi ha bisogno di politiche di contrattazione degli interessi nazionali. Nella nostra Carta Costituzionale c’è un principio fondamentale sulla cessione di sovranità, che deve avvenire in regime di reciprocità. Alla fine del governo Berlusconi e poi con Monti l’Italia ha accettato un principio incostituzionale: la cessione di sovranità senza discussione di reciprocità. Le frontiere delle aree geopolitiche non sono ancora state definite. Poiché l’area geopolitica non può essere l’autosufficienza dell’Italia, chi sono i nostri migliori alleati?». La seconda per il Quirinale. Dove dopo il banchiere Ciampi e il comunista ‘americano’ Giorgio Napolitano, si dovrà eleggere un uomo di equilibrio.

Michele De Feudis

Michele De Feudis su Barbadillo.it

Exit mobile version