Ma, se accetti di incontrare Grillo in streaming, devi sapere a cosa vai incontro, caro Matteo. Il terreno del confronto è quello di uno show, nella forma del duello. Uno vince, l‘altro perde: non c’è spazio per distinguo, ragionamenti, interlocuzione, battutine di striscio. Non sono previste spalle. Non c’è spazio per l’ironia. Tutto (luogo, contesto, audio precario, video peggio) richiede solo brutalità comunicativa. Un palcoscenico che Grillo, da consumato professionista, ha occupato alla grande. Renzi, scegliendo di giocare di rimessa, facendo l’apprendista statista, no. L’incontro l’ha perso.
Il giovanotto avrebbe dovuto aggredire il comico. Non consentirgli interruzioni, anche a costo di parlargli addosso. Avrebbe dovuto dare una dimostrazione di fisicità e di soverchiante giovinezza, evitando solo – giusto un attimo prima – la degenerazione in rissa.
Anche perché oggi i due non parlavano all’Italia, ma ad una fetta (grande) di italiani incazzati che Grillo orienta e Renzi vuole conquistare. Non era questo il momento di apparire responsabile, moderato e misurato. Bisognava mostrare, oggi pomeriggio, il piglio del condottiero, la mano ferma e l’autorità di chi vuole rappresentare le istanze elementari, spesso primitive, del popolo grillino.
Un’occasione persa, per Renzi. Ma peserà, nell’immaginario.
*dal blog buchi neri, claudiovelardi.com