Giappone. La proposta: le lettere dei kamikaze nella Memoria del Mondo Unesco

kamikazeCara mamma, non ho quasi niente da dire ora. Sto partendo per la mia missione con il sorriso e il tuo volto in mente. Ti prego, ricorda che non ho pianto e rammenta di fare le offerte votive in mia memoria”. E’ il testo di una lettera scritta da un soldato giapponese alla propria madre alla fine della Seconda Guerra mondiale. L’autore aveva 19 anni, si chiamava Fujio Wakamatsu. La sua lettera, fa parte di una raccolta conservata nel Museo della Pace Chiran di Minami-Kyushu. Il sindaco della città nipponica ha avanzato la proposta di far includere nella Memoria del Mondo, il programma che registra le testimonianze di valori universali e fa capo all’Unesco, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, le ultime lettere dei piloti kamikaze che alla fine della Seconda guerra mondiale si lanciarono con i loro aerei contro le navi della flotta Usa e alleata.

L’intento del primo cittadino è di far conoscere l’orrore della guerra urbi et orbi ma quelle lettere, ben 333, sono un documento storico intriso di dignità militare e patriottismo. La petizione all’Unesco è stata chiamata “Lettere da Chiran”.

Nel museo situato in una delle ex basi da cui decollavano i piloti della “squadra speciale di attacco”, sono raccolti circa 14 mila reperti, tra disegni, poesie e messaggi d’addio, comprese le foto di 1.036 dei 4 mila piloti che partirono per missioni suicide nei mesi finali della guerra nel Pacifico.

Il Corriere della Sera scrive che “il museo Chiran è visitato da circa 700 mila persone ogni anno”: il patriottismo, che non può essere inteso solo in chiave belligerante o retorica, si declina anche così, andando rendere omaggio a chi, con una scelta estrema, ha lottato per la libertà del proprio popolo.

Ecco la lettera del Sottufficiale Isao Matsuo del 701° gruppo aereo

“Cari genitori,

congratulatevi con me, perché mi è stata offerta una splendida opportunità per morire.

Questo è il mio ultimo giorno di vita. La sorte della nostra Patria è affidata tutta alla battaglia decisiva che ci attende sui mari del sud,in cui io cadrò come cade un fiore da uno smagliante ciliegio.

Sarò uno scudo per Sua Maestà e così morirò, semplicemente, assieme al capo della squadriglia e agli altri amici. Vorrei essere nato sette volte,ogni volta per sconfiggere il nemico.

Con quale gratitudine accetto questa possibilità che mi è data di morire da uomo! Vi sono profondamente riconoscente per avermi allevato con tanto amore e con tanta cura. E non solo a voi sono grato, ma anche al mio caposquadra e ai miei ufficiali superiori, che mi hanno trattato come un figlio e mi hanno addestrato con la massima cura.

Grazie, cari genitori, per i 23 anni durante i quali mi avete seguito con il vostro amore e i vostri consigli. Spero che l’azione che sto per compiere vi ripaghi almeno in piccola parte di tutto quanto avete fatto per me. Il mio ultimo e unico desiderio è che voi pensiate di me tutto il bene possibile e sappiate che il vostro Isao è morto per la Patria.

Tornerò in spirito ad assistervi durante le vostre visite al Tempio di Yasukuni. Abbiate cura di voi. Grande è la gloria dell’Unità Giretsu del Corpo Speciale di Attacco, che sferrerà l’assalto contro il nemico coi suoi bombardieri Suisei. Forse avrete la ventura di vederci in qualche cinegiornale: sono infatti venuti qui degli operatori a filmarci. Siamo 16 guerrieri alla guida dei bombardieri. Possa la nostra morte essere repentina e limpida come un cristallo che va in frantumi.

Scritto a Manila, alla vigilia dell’attacco.

Isao

Sfrecciando nel cielo dei mari del Sud, è bello morire come scudi di Sua Maestà. I fiori di ciliegio risplendono quando si schiudono e cadono”.

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Eric Cantona

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