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Nabil come è nato questo progetto?
“Io e Michele abbiamo scoperto che ci sono parecchi cantautori comuni che hanno segnato il nostro percorso, nonostante io sia vissuto dall’altra parte del Mediterraneo; così in maniera molto naturale li abbiamo messi insieme, scegliendo i brani che ci sono sembrati più significativi. Un percorso musicale che parte dall’Italia, passa dalle sponde dell’Algeria e della Grecia sino ad arrivare in Francia e in Inghilterra”.
Ci può dare qualche anticipazione sulla scaletta?
“Tra i brani di De André abbiamo scelto “Sidùn” dall’album in genovese “Creuza de mä” (1984), che parla della città di Sidone, teatro allora (come oggi) di ripetuti massacri durante la guerra civile che sconvolse il Libano. Continuiamo con “L’ombra della luce” di Battiato e proponiamo un altro Modugno con “Dio, come ti amo”. Arriviamo sulle sponde dell’Algeria con Idir, per poi passare attraverso la scuola egiziana e libanese e approdare al francese con Maxime Le Forestier e Georges Moustaki, cantautore greco, nato ad Alessandria d’Egitto, naturalizzato francese, scomparso proprio qualche mese fa .
E per quanto riguarda i Beatles?
“Stiamo sperimentando una cosa molto curiosa: li canteremo per la prima volta in arabo. Le loro canzoni sono le prime che ho strimpellato con la mia chitarra, loro sono stati anche i precursori di una musica che sconfinava verso altre culture per cui non potevamo resistere a questo esperimento. Sabato vedremo come reagisce il pubblico”.
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“Cuore meridiano” è destinato a rimanere solo uno spettacolo live?
“E’ un working progress, man mano che proviamo nascono nuove idee, come l’ultima intuizione di cantare i Beatles in arabo, comunque stiamo seriamente valutando di incidere questo lavoro a cui parteciperà anche Alessandro Pipino”.
Intanto continua anche il tour del vostro ultimo album “Human”, distribuito da Sony Music.
“Certo, il 23 gennaio saremo allo Showville di Bari per suonare gli inediti di “Human”, in cui abbiamo riassunto storie, pensieri ed emozioni ispirate a quest’epoca di crisi e quindi di grande opportunità. Qualche giorno dopo, il 30 gennaio, invece, li riproponiamo all’auditorium Parco della musica di Roma”.
* dal Corriere del Mezzogiorno