L’intervista. Fontana (Lega Nord): “I populisti europei uniti contro le oligarchie Ue “

fontana“Un fantasma si aggira per il mondo: il populismo. Populisti di tutta Europa, unitevi!”. Ormai da qualche anno il populismo è per certi politici quello che è l’uomo nero sotto il letto per i bambini: uno spauracchio e un motivo di esorcismi senza fine. Ma a furia di evocare il “pericolo populista” c’è il rischio che il populista diventi simpatico, anzi “prenda coscienza” di sé e addirittura si organizzi. Se poi ad accusare i populisti sono politici decisamente impopolari della UE, che predicano il rigore e praticano il cappio fiscale allora la frittata è fatta ed è servita al popolo. Abbiamo parlato con Lorenzo Fontana, capo della delegazione della Lega Nord al Parlamento Europeo, di politici populisti e politici impopolari: perché il vero bipartitismo europeo è tutto qui!

Il capodelegazione della Lega Nord in parlamento europeo Lorenzo Fontana

Fontana, ma lei è un populista?

È un augurio! Tenendo conto del fatto che in Europa i cosiddetti partiti “populisti” hanno sul 20% di consensi, li considero partiti “popolari”. Sono amati dal popolo, rappresentano una speranza per il popolo. Sono gli unici partiti rimasti che ascoltano e cercano di dare una soluzione alle esigenze dei loro cittadini. Le politiche sin qui adottate nell’Ue hanno aggravato la crisi ed è naturale che gli elettori cerchino un’alternativa.

Si sta creando una convergenza tra forze “popolari” come le ha definite lei: ad esempio il Front National di Marine Le Pen e i liberali austriaci?

C’è una convergenza e si sta cercando di creare un fronte comune in Europa per combattere le oligarchie che fino ad ora hanno dettato legge. Nel Parlamento Europeo una vera e propria opposizione non c’è mai stata…

Altro che Bielorussia.

Per la prima volta, dopo le elezioni europee del maggio prossimo si creerebbe una opposizione alla linea dominante e si renderebbe possibile un dibattito autenticamente democratico. A livello europeo si stanno riunendo partiti che hanno molti punti in comune: la lotta alla burocrazia europea, la lotta al modello economico incentrato sulla moneta unica, la lotta contro l’immigrazione clandestina e l’islamizzazione dell’Europa.

Anche i Greci di Alba Dorata sono della partita?

Non conosco i dirigenti di Alba Dorata e non abbiamo rapporti di collaborazione con questo partito, ma neppure lo giudico attraverso l’immagine spesso malevola che ne danno i giornali e le televisioni. Alba Dorata non rientra nella coalizione che stiamo cercando di creare, d’altra parte è un movimento giovane, che ancora deve sviluppare i suoi programmi: vedremo chi sarà eletto al parlamento europeo e giudicheremo come si comporterà senza pregiudizi.

Il soggetto unico che intendete creare sembra che si ponga al di là delle contrapposizioni storiche tra conservatori e socialdemocratici.

Non ha più senso la contrapposizione tra destra e sinistra, la vera questione è quella che divide chi vuole un’Europa globalizzata e chi invece vuole un’Europa delle identità e dei valori, una Europa autenticamente indipendente. Il problema davvero critico è che chi oggi comanda in UE non fa gli interessi veri degli Europei.

Smantellare l’Euro e ritornare a valute nazionali oscillanti?

L’Euro, così come è, produce effetti catastrofici per larga parte del continente. L’unica che sta bene con l’Euro è la Germania (ma anche lì le perplessità sulla moneta crescono). L’Euro ha creato grosse disparità economiche, ed ha rappresentato un regresso rispetto alle vecchie monete. O si cancella questa imposizione dall’alto oppure si cerca di rinegoziare tutti i trattati in modo da creare un nuovo equilibrio monetario. Oggi l’Euro è essenzialmente un Marco travestito, ed ha dato un colpo micidiale alle esportazioni italiane e alla nostra capacità di attrarre turisti attraverso il cambio agevolato.

Che ne pensa della soluzione “dualistica”: un Euro-nordico più pesante e un Euro-mediterraneo più “balneare”?

Già questa idea sarebbe migliore per la nostra economia, ma fare un doppio-euro sarebbe comunque una soluzione molto complicata. Per cui la vera alternativa è: o la moneta unica cambia radicalmente aspetto o si ritorna alle valute nazionali.

Invece a Kiev protestano per entrare nella zona-euro…

Comunque a Kiev vi è una maggioranza democraticamente eletta che esprime una posizione euro-scettica. Talvolta, soprattutto in Ucraina, certe proteste sono state “stimolate” e amplificate. Alla fine penso che l’Ucraina si terrà ben fuori dalla zona-euro a meno che non sia obbligata con pressioni internazionali. Oggettivamente i suoi interessi non coincidono né con l’entrata nella UE, né con l’associazione economica alla zona-Euro.

Al Congresso della Lega Nord era presente anche un rappresentante del partito Russia Unita, Viktor Zubarev. La vostra idea di Europa include anche la Russia di Putin?

Sicuramente è più europea la Russia che non la Turchia. Ci sono delle grandi battaglie che ci uniscono al partito Russia Unita: la tutela della famiglia e delle identità, la difesa contro il fondamentalismo islamico. Non dimentichiamo inoltre che la Russia è un grandissimo partner economico dell’Italia e di altri paesi europei. A fine gennaio andrò in Russia a un incontro organizzato da Russia Unita e a settembre, sempre in Russia, ci sarà un grande meeting di associazioni europee che difendono il valore della famiglia.

Lei è veneto, può dare conferma alla notizia data dal quotidiano Moskovskij Komsolets che la famiglia di Putin sia originaria di Vicenza? I Putin dal Veneto si sarebbero spostati in Russia e avrebbero lavorato alla costruzione della Transiberiana (1)…

Putin, sì è un cognome veneto! Significa “bambino”. Indagheremo sui fondamenti di questa notizia…

Oggi è la Russia ad essere nell’occhio del ciclone del terrorismo salafita.

Questa del fanatismo terrorista è una delle emergenze che accomuna Europa Occidentale e Russia. E vediamo in questi giorni la reazione al problema di un presidente serio come Putin: se ci sono degli attentati ci deve anche essere una reazione decisa, mentre nella UE si continuano ad accogliere persone pericolose e si continuano a finanziare moschee che spesso sono covi di integralisti. Ultimamente il TAR della Lombardia ha imposto che in ogni città ci debba essere una moschea. In Russia vi è una posizione più precisa: Putin fa capire che chi vuole andare in Russia può starci ma deve rispettare le regole e la cultura di quel paese.

Le guerre recenti, sponsorizzate dall’Occidente, in Irak Libia e Siria si sono rivelate grandi regali fatti al fanatismo salafita.

Ogni volta che l’Europa, un po’ telecomandata dagli Stati Uniti, è intervenuta nelle questioni mediorientali ha favorito gli islamisti.

Anche a Falluja, in Irak, sventola la bandiera nera di Al-Qaeda.

Appunto. Ovunque Stati Uniti ed Europa hanno fatto guerra hanno finito col favorire gli integralisti islamici. Anche sotto il profilo della politica estera vorrei un’Europa molto diversa. Ed anche su questo campo scopriamo inedite sintonie con la Russia.

 

1 http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/12/07/putin-lo-zar-che-venne-da-vicenza.html

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Alfonso Piscitelli

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