Tutto questo è opera di Matteo Renzi, campione dello stop and go. Riunione alle sette del mattino, segreteria spostata a Firenze, battuta sempre in canna, il segretario del Pd non si è fermato nemmeno per la sosta natalizia: il suo stress test nei confronti del governo è continuato e rischia di far saltare i nervi ai “gemelli diversi” Letta e Alfano. Dal Pd la minoranza chiede un rimpasto nel tentativo di comprometterlo al governo? Lui non si fa ingabbiare e rilancia: o ministeri strutturali (Economia, Giustizia per intenderci) o nulla. Che vuol dire: o mi intesto i risultati del governo (e magari divento premier io, come è ventilato oggi su alcuni retroscena) o lo sfiancherò in vista di un possibile voto anticipato in tandem con le elezioni Europee.
La stessa cosa Renzi la fa con Alfano: provocazione sui numeri (il partitino) che animano il Nuovo centrodestra e sui temi che il partito più vicino ai valori conservatori vorrebbe fuori dall’agenda di governo. Il rischio lo ha capito, denunciandolo nel suo articolo della domenica, Eugenio Scalfari: «La sinistra riformista italiana ha interesse a consentire ed anzi ad aiutare per quanto possibile la nascita e il consolidamento d’un centro-destra repubblicano ed europeo. Molti si chiedono quale sia il vero compito della sinistra riformista italiana. Ebbene, è appunto questo: aiutare il centro-destra repubblicano a rappresentare il secondo attore dell’alternanza democratica». Il programma di Matteo Renzi? «È l’opposto: ributtare un Alfano impotente nelle braccia di Berlusconi – lamenta Scalfari – Se questo è l’obiettivo di Matteo Renzi, a me sembra pessimo. Spero soltanto che né Letta né lo stesso Alfano entrino in questa trappola».
Ecco svelato il reale obiettivo di Renzi: la caduta – ma per mano di altri, a destra o a sinistra poco gli importa – di un governo ritenuto insostenibile. Per questo l’innesto continuo nel dibattito di provocazioni, sfide, duelli telematici, è l’ingrediente con il quale il sindaco di Firenze cerca di monetizzare al massimo il momento. Il tempo, lo sa, non è suo alleato: le elezioni Europee, per una sinistra incapace di mettere in discussione “i parametri europei” sostenuti da Giorgio Napolitano, potrebbero rappresentare un duro colpo per la giovane segreteria Renzi. E a quel punto il rischio è che il rottamatore – quello che ogni giorno di più propone riforme, atti, rivoluzioni e nuovo stile di governo – rimanga così com’è: con il cerino in mano.
@rapisardant