L’iniziativa è stata lanciata tramite un sito costruito ad hoc, reformgovernmentsurveillance.com, che oltre alla lettera contiene una proposta di riforma in cinque punti, nei quali non si sanciscono dei diritti per i cittadini, ma dei limiti all’azione governativa. Secondo le major vanno controllati specifici cittadini, per motivi legali, senza raccogliere informazioni in modo generalizzato e indiscriminato, rendendo pubblici i criteri tramite delle leggi. Inoltre i vari Paesi dovrebbero avere delle legislazioni compatibili fra loro per evitare fraintendimenti. Altra questione importante è la libertà dell’accesso ai dati provenienti dall’estero, che il governo non dovrebbe poter bloccare se essi sono legali. Secondo le aziende «è necessario che gli USA prendano l’iniziativa e facciano delle riforme che assicurino che le attività di sorveglianza governative siano stabilite chiaramente dalla legge, proporzionate ai rischi, trasparenti e soggette a sorveglianza indipendente».
La politica statunitense è quindi avvisata e Obama, fra l’altro finanziato in passato proprio da alcuni firmatari, potrebbe cogliere l’occasione per uscire da una situazione piuttosto intricata. Secondo gli ultimi rapporti consegnati al congresso, non solo l’NSA si è dedicata a spiare le utenze telefoniche di privati cittadini che nulla di male avevano commesso, ma anche agenzie di natura locale, che indagano su reati penali ordinari. Un problema che a dirla tutta non affligge solo gli USA.
@cescofilip