Pd. Derby D’Alema-Emiliano a Bari. Ma i magistrati non si possono iscrivere ai partiti

dalema_emilianoIl congresso del Partito democratico registra un derby molto interessante nelle elezioni a Bari dei delegati all’assemblea nazionale: Massimo D’Alema, ex premier ed ex ministro degli esteri, si è candidato contro il sindaco Michele Emiliano, nella diatriba tra sostenitori di Cuperlo e fan di Renzi.

Per il quotidiano “La Repubblica”, però “Michele Emiliano è clamorosamente fuorilegge”, perché iscriversi a un partito per un magistrato configura un illecito disciplinare. In un articolo, il giornalista Lello Parisi, dopo aver verificato l’iscrizione del primo cittadino al circolo del Pd “Murat”, cita una sentenza della Corte costituzionale dell’8 luglio 2009: riguarda la vicenda del deputato Luigi Bobbio di An, sanzionato – benché fuori ruolo come Emiliano – per aver “accettato e assunto la carica di presidente della federazione provinciale di Napoli”. Un decreto legge del 2006 glielo impediva. Il pg presso la Corte di cassazione aveva esercitato nei suoi confronti l’azione disciplinare. Il Csm, due anni più tardi, metteva in discussione la costituzionalità di quel dl. Ma la Consulta bocciò l’iniziativa”. Anche Gianrico Carofiglio, eletto nella passata legislatura al Senati, risultò iscritto per 12 mesi al Pd. Poi si travestì da indipendente.

Emiliano, per non incorrere nella stessa trafila di Bobbio, dovrebbe rinunciare all’iscrizione al Pd e di conseguenza al duello rusticano con D’Alema. Il sindaco, però, non si scompone e rimanda la decisione finale a Renzi e Cuperlo. “Repubblica”, infine, manda questo messaggio al sindaco barese: “Senza essere sfiorati dal benché minimo dubbio, dal sindaco-sceriffo continuereste a comprare un’auto usata. Ma al presidente dei riformisti – sempre lui – dovreste avere la pazienza di spiegare che il diritto non è la più efficace scuola della fantasia”.

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