Atto politico. La decisione del governo di porre la fiducia si era presentata fin da subito per quello che è: un voto tutto politico sulle sorti del governo. Un modo, per Letta, di accelerare i tempi in vista del voto in Senato sulla decadenza da senatore di Berlusconi. Tutto questo è risultato irricevibile ovviamente per il leader di Forza Italia in procinto di essere espulso dal Senato.
Decadenza. L’uscita dal governo della pattuglia azzurra il giorno prima del voto sulla decadenza permette, paradossalmente, a tutti di monetizzare il momento. A Berlusconi, ad esempio, fornisce l’assist della tassazione: si esce per colpa della manovra delle tasse (con la complicità dei “diversamente berlusconiani”) non per i motivi giudiziari del Cavaliere. Permette ad Angelino Alfano di poter dire che Forza Italia abbandona la maggioranza in ragione dei falchi, potendo accusare questi di una chiara mancanza di responsabilità. A Letta, infine, permette di sondare la sua fiducia in modo tale da poter calibrare sulle proprie esigenze il percorso verso il semestre italiano all’Ue e di chiudere ogni spiffero a Renzi.
Manifestazione. A nemmeno ventiquattro ore dall’annuncio è già pronta la prima manifestazione di protesta “dell’opposizione”. Sotto casa di Berlusconi in via del Plebiscito, infatti, si sono dati appuntamento i militanti per manifestare solidarietà al leader che domani – con tutta probabilità – potrebbe decadere dalla carica di senatore. Sulla manifestazione non sono mancate le polemiche dopo le parole di Napolitano che ha invitato Berlusconi a non uscire dal perimetro della “legalità” e che sono state recepite da Forza Italia come una critica al diritto di manifestare: «La nostra sarà una manifestazione pacifica».