Crisi. I ‘diversamente berlusconiani’: si smarcano Alfano Quagliariello Lorenzin Lupi

Silvio Berlusconi ha staccato la spina al governo Letta senza consultare né i gruppi parlamentari né la delegazione ministeriale: questa prassi ha creato una prima evidente frattura nel corpo del partito, che aveva superato altri momenti di frizione (la scissione di Fini). A guidare il fronte degli scontenti di questa crisi di governo c’è l’ex vicepremier Angelino Alfano.

Ecco le parole di Alfano: “La mia lealtà al presidente Berlusconi – spiega il segretario Pdl – è longeva e a prova di bomba. La lealtà non è malattia dalla quale si guarisce. Oggi lealtà mi impone di dire che non possono prevalere posizioni estremistiche estranee alla nostra storia, ai nostri valori e al comune sentire del nostro popolo. Se prevarranno quegli intendimenti, il sogno di una nuova Forza Italia non si avvererà. So bene che quelle posizioni sono interpretate da nuovi Berlusconiani ma, se sono quelli i nuovi berlusconiani, io sarò diversamente berlusconiano”.

Beatrice Lorenzin, che nell’esecutivo Letta aveva la delega alla Sanità, ha fatto sapere di non essere a suo agio nella Nuova Forza Italia e di non condividere le scelte del Cavaliere: “Accetto senza indugio la richiesta di dimissioni fatta durante un pranzo a cui non partecipavano né i presidenti dei gruppi parlamentari, né il segretario del partito, per coerenza politica nei confronti di chi mi ha indicato come ministro di questo governo. Continuerò ad esprimere le mie idee e i miei principi nel campo del centrodestra, ma non in questa Forza Italia”.

Duro anche Maurizio Lupi, ministro dei Trasporti: “Così non va. Forza Italia non può essere un movimento estremista in mano a degli estremisti. Noi vogliamo stare con Berlusconi, con la sua storia e con le sue idee, ma non con i suoi cattivi consiglieri. Si può lavorare per il bene del Paese essendo alternativi alla sinistra e rifiutando gli estremisti. Angelino Alfano si metta in gioco per questa buona e giusta battaglia”.

Infine Gaetano Quagliariello è il berlusconiano a prendere maggiormente le distanze dalle posizioni del partito, pur dimettendosi dall’incarico: “Credo che quello delle dimissioni dei parlamentari sia stato un errore, si sono aperte le ostilità sganciando direttamente la bomba atomica. Dalla bomba atomica non si sapeva come tornare indietro, e quell’errore ha provocato una slavina culminata negli avvenimenti di ieri. Quello che è successo questa settimana – ha affermato il ministro per le Riforme dimissionario- mi pone seri problemi. Per quel che mi riguarda non contemplo alternative alla permanenza nel centrodestra e non ho alcuna intenzione di fare il transfuga. Ma di fronte a un partito che compie scelte di questo calibro, che fa cadere il governo in una sede in cui a decidere sono alcuni esponenti che peraltro rappresentano una sola ala del partito, senza nemmeno la presenza del segretario, ebbene dico che se questa è Forza Italia, a questa Forza Italia io non aderirò”.

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Paul Rideout

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