Per il degrado ambientale l’Italia poteva perdere un po’ di Piemonte 

Fabienne Charlotte Vallino, geografa, racconta l'arbitrato del 1874 fra il Regno e la Svizzera

Ordinario di Geografia politica ed economica, Fabienne Charlotte Vallino firma Salvaguardare la Natura, rispettare gli Animali, proteggere l’Ambiente, difendere la Terra. I Pionieri del pensiero del nostro tempo (Ets, pp. 423, euro 35), una genealogia dell’ecologia – come scienza e come filosofia del mondo contemporaneo: Alexander von Humboldt, Aldo Leopold, Albert Schweitzer, Rachel Carson, Giovanni Paolo II…, per non citare che i nomi più importanti e illustri nella cultura internazionale. E tra loro George Perkins Marsh,che aveva viaggiato e compiuto osservazioni scientifiche in Italia e su tutto l’arco alpino, prima ancora di arrivare, nel 1861, a Torino e poi a Firenze e Roma, come ministro plenipotenziario degli Stati Uniti nel Regno d’Italia.
     In un arbitrato internazionale che coinvolse l’Italia e la Svizzera, Marsh introdurrà il principio di salvaguardia dell’ambiente      naturale.
Professoressa Vallino, Marsh trova un’Italia unita, ma già in degrado ambientale.  

“Non sfuggivano neppure zone dell’Italia settentrionale dove, a fianco di esondazioni dei corsi d’acqua, lungo la fascia ai piedi dei rilievi prealpini era stata notata da tempo, malgrado le abbondanti precipitazioni, una drastica diminuzione dell’acqua delle risorgive e il venir meno dei fontanili naturali”.

Che cosa proponeva Marsh?

“Il ‘restauro delle foreste’ come inizio di una  ‘ricostruzione fisica’ di terre degradate dall’azione umana  in nazioni con una politica lungimirante, che esigeva una cultura condivisa dai cittadini: custodia, non puro sfruttamento, della natura”.
“Ai primi del ‘900 – diceva Giuseppe Prezzolini – notai dal treno che in Svizzera i contadini pulivano le vacche, in Italia no”…

L’ambiente era ed è largamente considerato trascurabile. 
“Il rapporto uomo-natura andava inteso diversamente da parte dei pubblici amministratori e della gente. Oppure, agli interventi  di recupero che si fossero effettuati sarebbe seguito un nuovo sfruttamento sconsiderato. Questa era una delle idee di fondo nel lavoro di Marsh come super arbitro in una questione diplomatica del 1874 tra Regno d’Italia e Confederazione Elvetica, relativa all’Alpe di Cravairola, da metà del XVII secolo in contestazione tra Ossolani e Ticinesi”.
In sintesi?
“L’’Alpe di Cravairola si trova lungo il versante orientale della catena spartiacque tra la valle Antigorio (italiana) e la Valmaggia (elvetica ). Il maggiore centro abitato della valle Antigorio, Crodo (16 km a nord di Domodossola) e cittadini dell’Ossola da secoli avevano il possesso dell’area, di cui sfruttavano il legname e i terreni da pascolo. Il Cantone Ticino rivendicava l’Alpe per diritto di conquista nel XVI secolo”.
Motivazioni italiane?
“Essenzialmente la tutela dei diritti di proprietà delle comunità italiane”.
Motivazioni svizzere?
“Soprattutto la corretta utilizzazione e gestione del patrimonio forestale e delle acque di superficie, nonché prevenire e fermare l’erosione del suolo. Ciò che era trascurato da parte degli Italiani, con pesanti ripercussioni nel territorio da entrambe le parti, svizzera e italiana”.
Marsh come si orientò?
“Fece sue le lamentele svizzere sulla cattiva gestione del territorio da parte italiana e sulle improvvide azioni dei possessori italiani della terra, con le gravi conseguenze sull’ambiente naturale, su un ampio raggio geografico sino al Lago Maggiore. Inoltre egli riportava le sue personali osservazioni sul disinteresse italiano per tali problematiche”.
Considerazioni inusuali a quel tempo. Ma quale fu il suo verdetto arbitrale?
“Nonostante l’adesione alle ragioni della Svizzera nella preservazione della natura, superando la sua inclinazione a operare secondo  una prospettiva di opportunità, Marsh accolse la tesi italiana che la documentazione storico-archivistica prodotta per l’Arbitrato aveva comprovato. I possedimenti italiani sull’Alpe di Cravairola precedevano infattila conquista svizzera”.
E l’Alpe di Cravairola passò così…
“… A far parte del territorio del Regno d’Italia. Il decreto per l’esecuzione del lodo fu adottato dal Consiglio Federale Elvetico e firmato a Berna dal presidente della Confederazione, Johann J. Scherer, il 4 gennaio 1875”.
Dunque Marsh…
“… Un innovatore, ha portato ufficialmente nel dibattito diplomatico e giuridico la questione del degrado della natura e delle sue conseguenze, della necessità di preservare e tutelare il sistema naturale e di adottare misure legali per la protezione del territorio. L’insieme delle opere di Marsh, incluso questo lavoro, ne fanno uno dei grandi pionieri dei successivi Conservation Movement e Environmental Movement”.

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Enrico Marletti

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