Gli effetti collaterali delle politiche-Bce di Draghi: un favore ai signori della finanza

Oggi festeggiano tutti. Le borse, le banche, i partiti, la destra, la sinistra e i loro giornali; la qual cosa dovrebbe bastare a spingere le nostre chiappe contro il muro, così sulla fiducia e senza grossi studi. Loro festeggiano, dunque, con titoloni e strepiti: evviva i super Mario. Mario uno: Draghi. Mario due: Monti. E un grosso vaffankulen alla Signora Merkel. Questa, diciamo, l’analisi media della classe dirigente nazionale. Finalmente l’Italia ha vinto, la Bce provvederà al cash, la crisi finirà e lo spread non sarà che un lontano ricordo. Ecco cosa significa, per loro, la perifrasi “acquisto illimitato di bond”. Festa grande, dicevamo, borse su, bancari su, politici su, economisti su, tutto su. Una grossa pillolona blu.

Appunto, torniamo alle nostre chiappe: effetti collaterali dell’acquisto illimitato di carta straccia, dottore? Ora il discorso si fa serio. Punto primo: la medicina non è gratis. Se la vuoi, la chiedi. Se la chiedi, la paghi. Ma come possiamo pagarla, dottore, se siamo già protestati fino alla settima generazione da qui a venire? Austerità. O altro debito. Scegliere. Toccherà svendere e ri-svendere, fino all’ultimo ciottolo che abbia un qualche valore intrinseco. Toccherà tagliare e ri-tagliare, fino all’ultimo ramo secco o vivo, poco importa, di quella “spesa inutile” fatta dalla stessa classe dirigente che oggi chiede sacrificio. (Agli scettici suggeriamo di osservare la crescita del debito dalla privatizzazione di Bankitalia ad oggi.)

Punto secondo: ma a chi vanno i soldi della Bce? A chi va questa spesa illimitata voluta da Mario Draghi? Agli stati? Al malato, dottore? Eh, no. Gli acquisti della Bce potranno essere effettuati solo sul mercato secondario. Non direttamente. Quindi solo sui bond già emessi e già circolanti. In buona sostanza, ad arricchirsi, sarà soltanto il sistema finanziario. O meglio, i padroni del sistema finanziario: coloro che, gestendo spread, agenzie di rating, governi e banche centrali, possono decidere quando comprare e quando vendere gli stessi titoli di debito.

Bastano poche righe per capire quanto poco ci sia da festeggiare: sudditi della speculazione chiediamo agli stessi speculatori ulteriore debito, da pagarsi in ulteriore austerità, per trasformare il loro “investimento” in cash fresco di stampa. Una follia destinata a gonfiarsi fino a strozzare ogni capacità produttiva del nostro paese.

Giacomo Petrella

Giacomo Petrella su Barbadillo.it

Exit mobile version