Emiliano Morreale racconta l’estroso etrusco a luce rossa

”L’ultima innocenza”, percorso tra persone insolite del cinema: l'io narrante percorre la via Cassia, diretto a Viterbo

L’Ultima innocenza di Emiliano Morreale

Il titolo del racconto, E se tu non vieni, è circondato di mistero. È il quinto di una serie di sei, con il quale Emiliano Morreale, critico cinematografico, esordisce nella narrativa (L’ultima innocenza, Sellerio, 2023, pp. 213, € 16).

L’Io narrante percorre la via Cassia, diretto a Viterbo. Tra l’esiguo pubblico di un’ennesima presentazione libraria in una biblioteca comunale, incontra uno scrittore che avrebbevoluto conoscere e intervistare: Franco Grattarola, di dieci anni più anziano, (co)autore fra l’altro del fondamentale Luce rossa (Iacobelli Ed., 2014), storia della nascita e delle prime fasi del cinema pornografico in Italia prodotto in pellicola, a cavallo tra anni ’70 e ‘80, prima della diffusione dei video e del successo di Youporn.

Morreale aveva già recensito il saggio di Grattarola, cogliendone l’originalissima sensibilità e pietà nei confronti di questo mondo di artisti,pazzi e criminali, nonché le alte doti di scrittura, «che si muove su un registro aulico, barocco». Il contatto personale e diretto con l’autore, descritto molto forzatamente come un personaggio sopra le righe (felpa pesante, lunghi capelli bianchi, raccolti in una coda, casa invasa da montagne di faldoni e vecchi periodici di «estrema destra») e perso nei meandri di ossessioni cinematografiche (lo spionaggio nel cinema italiano) ed esoteriche (la Tuscia etrusca), non ripiega però su riflessioni psicoanalitiche sull’eros.

Morreale si abbandona con grazia ai sogni e gli incubi della sua infanzia, legati in qualche modo all’esperienza del cinema a luce rossa.

La mia memoria dolente corre invece al rogo del cinema Eros a Milano, nel quale morirono nel 1983 sei persone, e al delirante messaggio dei piromani del gruppo Ludwig: «Rivendichiamo il rogo dei cazzi. Una squadra della morte ha giustiziato uomini senza onore»: un impiegato della Sip, un aiuto cuoco, un artigiano, un autista di trasporti, un funzionario di banca…

La vita è difficile, qualche volta difficilissima (anzi: difficillima).

Francesco Bergomi

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