Caso Caivano. I ragazzini sono diventati iper sessuati

La loro acerba sessualità viene oggi iper sollecitata prima del solito rispetto al passato, potenziata, portata a limiti prima non conosciuti e quindi alla ricerca di uno sfogo concreto per cui ne fanno le spese anche le minorenni

Il caso Caivano

Il comune (non piccolissimo) di Caivano in provincia di Napoli era perfettamente sconosciuto alla stampa nazionale finché è esploso il caso delle due bambine di 10 e 12 anni violentate ripetutamente da un gruppo di ragazzini poco più grandi di loro, 14-15 anni, comunque minorenni. Che le femmine si sviluppino fisicamente prima dei maschi si sa da sempre, ma nessuno avrebbe potuto immaginare una cosa del genere, anche se le bambine provenivano da famiglie assai problematiche ed anche se in passato si erano avuti episodi simili, ma in questi casi i violenti erano di età maggiore.

Che sta succedendo?, ci si è chiesto sgomenti. La risposta non è troppo difficile, ma non balza subito alla mente solo perché ci troviamo immersi totalmente in una realtà massmediale ormai totalizzante che non consente di renderci conto di quel che accade in quanto probabilmente ritenuto normale poiché in genere quasi tutti ne fanno parte, non ne sono affatto estranei. Vale a dire: quasi tutti hanno in mano questi piccoli strumenti onnipotenti che sono gli smartphone, una specie di computer tascabile in  continua evoluzione che ha enormi potenzialità e ti fa accedere a tutto quel che è digitale.

Infatti, il punto è questo. Sino agli anni Ottanta il sesso, l’erotismo era disponibile in parte nei film “vietati  ai minori” che erano trasgressivi per modo di dire agli occhi odierni, poi con riviste tipo Le Ore, e poi  Men e Playmen. Quando poi è giunto il computer, Internet, Facebook l’accesso ai siti decisamente porno e ai film sexy man mano prolificati sempre più velocemente ha permesso, anche perché  gratuiti, che tutti vi potessero accedere senza difficoltà.

Gli smartphone sono in mano a tutti e sempre: uomini e donne, giovanissimi e vecchissimi, bianchi gialli neri, italiani e immigrati, come può constratare chiunque vada su un mezzo pubblico, in specie la metro, o solo cammini per strada: tutti sono incollati al piccolo marchingegno o vi parlano, o pestano su tastu nelle circostanze anche più ridicole e assurde. 

E non volete che i ragazzini (e le ragazzine), che lo hanno in mano sin quasi dalla culla, non vadano alla facile ricerca di siti porno? Certo che sì, e la loro acerba sessualità viene oggi iper sollecitata prima del solito rispetto al passato, potenziata, portata a limiti prima non conosciuti e quindi alla ricerca di uno sfogo concreto per cui ne fanno le spese anche le minorenni, addirittura le bambine delle elementari. Alle medie non ne parliamo  considerato il loro aspetto fisico e il modo in cui spesso si vestono… 

La spiegazione secondo me è questa: i minorenni possono ormai accedere facilissimamente e senza ostacoli al porno gratuito grazie agli strumenti che tutti loro hanno in mano (anche quando non lo usano) come fosse diventato una loro appendice corporea, ed esserne influenzati, cosa che prima non accadeva. 

E’ una conseguenza inevitabile del progresso tecnologico che, come si dice, non può fermarsi mai ed avere le sue solite due facce, quella positiva e quella negativa.  Qualcuno si potrebbe chiedere: si bilanciano o no? Ma il problema non è tanto questo: il problema fondamentale è come gestirne una evoluzione sempre più rapida. E mi pare che nessuno sia capace di dare una risposta, anzi nessuno pensa di darla: si accettano i fatti e avanti così…

Sicché non potendo o riuscendo a intervenire sul lato passivo del problema, lo strumento,  sarebbe necessario intervenire sul lato attivo di esso, cioè quello umano. Qui però entra in gioco l’educazione, quindi la famiglia da un lato e la scuola dall’altro. Un problema enorme, complesso e di carattere generale i cui indirizzi dovrebbero essere dati dall’alto. E si deve dire che il ministro dell’Istruzione qualche regola l’ha data anche se non so quanto applicata, mentre delle famiglie dispero: anche madri e padri usano compulsivamente gli smartphone!

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Gianfranco de Turris

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