Il ricordo di Karl Evver negli scritti di Benzi, Volpe e Bergomi

La memoria passa anche dai ricordi. Karl Evver è andato via troppo presto. Vive nei racconti di chi lo ha conosciuto

Karl Evver

Quell’azzurro silenzio tra due esplosioni di Karl Evver, stazione XIII

La memoria passa anche dai ricordi. Karl Evver è andato via troppo presto. Vive nei racconti di chi lo ha conosciuto.


di Andrea Benzi*
Sono fiero di aver conosciuto Karl Evver fin dai banchi della scuola media inferiore.
Era il 1975 e Karl stava dietro di me, in fondo. Fu sempre il piu’ bravo nei temi d’italiano.
 Anche al liceo classico “Melchiorre Gioia” di Piacenza siamo stati compagni di classe. Al terzo anno abbiamo subito insieme una bocciatura. Karl aveva gia’ iniziato il suo percorso di artista totale, prima poeta e scrittore, poi disegnatore e pittore.
Già alle medie ci univano un’idea e la coscienza di riabilitare il passato e di revisionarlo.
Karl fu anche un militante politico, ma per breve tempo: era troppo libero per inquadrarsi in un’azione politica organizzata. Ha fatto lavori artistici di grande significato e coraggio sui fratelli Mattei e sul Milite Ignoto. Quanti ricordi, quanta compagnia mi ha fatto…
Karl ha sofferto tanto. Ora occorre custodirne e valorizzarne l’opera geniale,.
*Segretario generale dell’Associazione Nazionale Volontari di Guerra

di Amedeo Volpe 

Ho conosciuto Karl Evver nel 2019, a Cortemaggiore. Karl aveva organizzato un piccolo convegno, dedicato a mio nonno: l’editore Giovanni Volpe. Apprezzai immediatamente la sua ironia e il  modo di vedere le cose in un modo prismatico.

Da allora, ci siamo parlati, invitati, sempre convinti di essere immortali ,aspettando una nuova occasione, che non è mai arrivata.Su FaceBook aveva  una sua pagina estremamente raffinata, che seguivo e commentavo con grande piacere.

È con molta tristezza che scrivo queste righe.


di Francesco Bergomi
Per darci la notizia fatale, Karl Evver avrebbe forse citato il dialogo di un film di Werner Herzog.
Alla vista degli Indios, incantati di fronte al battello di Fitzcarraldo, uno di bordo esclama:
– Ci credono Dei sul veicolo divino.
Fitzcarraldo replica:
“Io devo fermare la mia nave”.
Ho ammirato Karl. La profondità e l’acutezza delle sue osservazioni, di uomo raffinato e sensibile, mi ha sempre sorpreso.
Ci rimane ora la sorgente inesauribile del suo pensiero e della sua arte.
@barbadilloit

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